Risultano ancora dispersi, stando alle ultime notizie, i cuccioli dell’orsa Amarena, l’animale simbolo del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise ucciso a fucilate da un uomo di San Benedetto dei Marsi nella tarda serata di ieri, 31 agosto. Qualche giorno fa gli esemplari erano stati avvistati da alcuni passanti nel centro cittadino, venendo ripresi in un filmato. Ma, secondo l’Ente che se ne occupa, non avevano mai dato problemi a nessuno.
Dispersi i cuccioli dell’orsa Amarena, uccisa a fucilate: le ultime notizie
A dare la notizia è stata la pagina Facebook gestita dal Parco. L’uomo responsabile dell’uccisione sarebbe già stato identificato. Davanti ai carabinieri avrebbe ammesso il misfatto, sostenendo di aver sparato all’orsa “per paura”. Sembra infatti che l’animale si trovasse in un’area esterna del Parco. Quando i guardiani se ne sono accorti, recandosi sul luogo della segnalazione, per Amarena non c’era già più niente da fare. E i due cuccioli che erano con lei – ripresi in un filmato di qualche giorno fa – risultavano dispersi.
Pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, Amarena non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo,
secondo il Parco. Non era, come si dice in gergo, un esemplare “problematico”, insomma. Per questo l’episodio accaduto nella scorsa notte appare ancora più grave. Mentre si indaga per ricostruire le esatte dinamiche dei fatti, il personale del Parco è impegnato nella ricerca dei cuccioli, anche con l’aiuto di droni. Quando li troverà, valuterà il da farsi. Ciò che è certo è che la morte di Amarena arreca alla popolazione del parco nazionale – che conta, in tutto, una sessantina di esemplari – un danno grandissimo. Soprattutto se si pensa che l’orsa in questione era tra le più prolifiche.
Era suo figlio anche Juan Carrito, l’orso marsicano morto nell’incidente con una vettura a Castel di Sangro, nei pressi de L’Aquila, lo scorso gennaio. A maggio, dopo il letargo, l’orsa aveva dato alla luce altri due cuccioli. La paura, appena nati, era che potessero separarsi dalla mamma a causa dell’uomo, rischiando di non riuscire a cavarsela da soli. Cosa che ora, purtroppo, è avvenuta.
Le reazioni
Come può l’uomo continuare imperterrito a distruggere i doni preziosi della natura? Come può non provare amore e rispetto? Come si può non amare il luogo in cui si vive? Come si può? Non ci sono giustificazioni. Non si può rimanere indifferenti,
scrive qualcuno sui social. La morte dell’orsa Amarena riapre il dibattito sul destino degli animali selvatici. Dibattito che, sulla scia di quanto accaduto in Trentino con la morte di Andrea Papi, il giovane runner attaccato mentre faceva jogging a gennaio, negli ultimi mesi ha visto contrapporsi coloro che vedono questi esemplari come un serio rischio per l’incolumità dei residenti e coloro che invece auspicano una convivenza pacifica con l’uomo.
Solo poche ore prima, a Civitella Alfadena, stavamo celebrando il Parco, la sua comunità e il suo patrimonio inestimabile di fauna e flora […]. La gioia della festa del Centenario (del Parco nazionale, ndr) si mescola oggi con la profonda tristezza per la tragica fine, per mano umana, di uno degli esemplari di orsa più prolifici e rappresentativi del Parco. Il danno arrecato dalla bestialità dell’uomo è incalcolabile in termini d’immagine ma, soprattutto, viene ostacolato il processo di ripopolamento della specie,
scrive Roberto Santangelo, vicepresidente del Consiglio regionale d’Abruzzo. Come lui in tanti hanno condannato il terribile gesto di L.A, dicendosi sconvolti e addolorati per il destino dell’orsa.