Tutto pronto per il tradizionale appuntamento con il Forum di Cernobbio, al via oggi, venerdì 1 settembre: a fare gli onori di casa il messaggio inviato da Sergio Mattarella.
Il presidente della Repubblica ha posto l’accento sulle “sfide sempre più complesse” che il mondo si ritrova ad affrontare. Dalle “crisi finanziarie globali” alla pandemia, dalla crisi climatica alla guerra: ignorare le problematiche presenti nell’agenda mondiale “sarebbe una fuga dalla realtà”.
Va quindi sempre più rafforzata la capacità dell’Unione Europea di essere un interlocutore politico globale. La Conferenza sul futuro dell’Europa ha aperto il cantiere di una riforma che dovrà inevitabilmente migliorare i trattati vigenti.
Il Capo dello Stato invita i Paesi di tutta Europa all’unità, perché nessuno, “neppure i maggiori per dimensioni o reddito”, può pensare “a un futuro separato da quello degli altri”.
L’Europa è il quadro entro il quale si costruisce il nostro avvenire, con le lacune che accompagnano il processo di integrazione europea, fattore che trasforma e plasma anche il nostro modello sociale. Pace e sicurezza, così come crescita e benessere dei popoli, passano attraverso la capacità dell’Unione Europea di rappresentare un fattore di stabilità e attrazione per chi crede nei valori della libertà, dell’indipendenza, della democrazia.
Dopo Mattarella, al Forum di Cernobbio interviene anche Zelensky: “Nessuna pace senza Crimea e territori occupati”
Dopo il messaggio del Capo dello Stato, in un collegamento video, al Forum è intervenuto anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Un’occasione, la sua, per ribadire quanto sia “fondamentale” il sostegno dell’Italia a Kiev.
Il leader del Paese invaso ha ribadito come “non ci potrà essere una pace sostenibile in Ucraina e quindi nemmeno in Europa” se la Russia “non lascerà la Crimea e gli altri territori occupati”.
Osservate quello che è successo in Crimea. L’occupazione ha portato civiltà, turismo, business? Niente di tutto questo. L’Ucraina e tutti gli altri Paesi che fanno riferimento al diritto internazionale non riconoscono che la Crimea appartenga alla Federazione russa, non lo riconoscono nemmeno le aziende: quindi ci sarebbe una situazione di caos permanente, non sostenibile.
Per porre fine a questo caos, dunque, Zelensky identifica due strade, quella diplomatica e quella militare.
Le truppe russe dovrebbero lasciare la penisola senza pressione, per salvaguardare vite: così come noi ci prendiamo cura della nostra gente, Putin dovrebbe pensare alla sua.
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