Sulla direttiva Case green c’è da registrare il nulla di fatto, nell’incontro di ieri del “trilogo” Parlamento, Commissione europea e Consiglio dell’Unione europea, in merito ai lavori di efficienza energetica con le scadenze del 2030 e del 2033, e dell’installazione obbligatoria dei pannelli solari.
In questa fase, le istituzioni europee stanno facendo registrare un mancato avanzamento nei lavori legislativi su questa direttiva, soprattutto per le spaccature che il dettato normativo sta generando tra i partiti politici. Sullo sfondo, anche lo spettro della chiusura della legislatura, ragione per la quale occorrerà portare qualche risultato entro la fine del 2023.
Nel frattempo, anche se la direttiva Case green è ancora lontana dall’essere approvata (e successivamente recepita da ogni Paese membro), il valore delle abitazioni sta subendo delle variazioni in ragione della classe energetica vantata. Chi ha un immobile in classe “G”, i cui proprietari devono necessariamente preoccuparsi di programmare lavori di efficientamento energetico e di ristrutturazione dell’edificio, sta vedendo abbassarsi il valore commerciale e immobiliare in ragione, proprio, di un mancato allineamento con i parametri della direttiva europea.
Direttiva Case green, lavori di efficienza energetica (classe D): chi deve fare gli interventi?
Ancora un nulla di fatto nel trilogo di ieri, 31 agosto 2023, tra Parlamento europeo, Commissione europea e Consiglio dell’Unione europea, in merito alla direttiva Case green. Non c’è stato alcun avanzamento sull’articolo forse più importante di tutto l’impianto normativo, il numero 9 che riguarda l’avanzamento delle classi energetiche dalla G alla D entro il 2033, passando per la E entro il 2030. Su questo punto, probabilmente, le istituzioni si aggiorneranno nel prossimo incontro, previsto per il 6 ottobre.
Tuttavia, durante questo mese di settembre sono fissati non meno di quattro incontri tecnici (nelle giornate del 7, 8, 20 e 21) che dovranno cercare di avvicinare le parti politiche su testi condivisi, probabilmente a partire dall’obbligo di installazione dei pannelli solari.
Direttiva Case green efficienza e obbligo di installare i pannelli solari
Proprio i pannelli solari sono stati l’argomento della direttiva Case green che ha suscitato le maggiori spaccature nel trilogo del 31 agosto. Infatti, nel testo dell’articolo 9 della direttiva, è fissata da calendario la scadenza dell’anno 2026 per arrivare all’installazione dei pannelli solari su tutti gli immobili pubblici e su quelli non residenziali. Tutti gli altri immobili, invece, hanno scadenze progressive, ma il periodo dovrà essere racchiuso tra il 2028 e il 2032.
La scadenza del 2026 rimane cruciale ai fini di un accordo tra le parti politiche nell’approvazione dell’articolo della direttiva Case green. Come è stato proposto, la soluzione potrebbe essere raggiunta sul fatto che l’obbligo debba sussistere solo per gli immobili che siano oggetto di interventi di ristrutturazione, e non la totalità degli edifici.
Su altri fronti, invece, alcuni punti fermi della direttiva sono stati trovati negli scorsi incontri tecnici. Case green ha già fissato le condizioni affinché possa essere verificata l’efficienza energetica degli edifici, con l’assegnazione di competenze a professionisti in ambito edile che si avvarranno di nuovi sistemi di controllo nella verifica delle classi.
Intano gli immobili perdono valore: ecco quali
Nel frattempo, anche se la direttiva Case green non è ancora operativa, gli effetti si stanno già facendo sentire nel mercato immobiliare. Secondo una recente indagine sulle compravendite di Re/Max, infatti, chi ha un’abitazione in classe energetica G (quella che necessita assolutamente di interventi di riqualificazione energetica) del valore di 250mila euro, nel giro di qualche anno non potrà sperare di venderla a non più di 240mila euro per motivi di tipo ambientali. In altre parole, la direttiva – che è ancora lontana dall’essere applicata negli Stati membri – sta condizionando già il valore degli immobili.