Shabbar, il padre di Saman Abbas estradato in Italia: l’uomo è arrivato poco dopo la mezzanotte a Roma, precisamente all’aeroporto di Ciampino, con un aereo dell’Aeronautica militare. L’uomo è accusato dell’omicidio della figlia. Un atto violento e brutale avvenuto nel 2021 a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, che per svariato tempo è stato avvolto da un alone di mistero e da una serie di domande.

Padre di Saman Abbas estradato in Italia dal Pakistan

L’uomo era volato in Pakistan, suo Paese di origine, ma negli ultimi tempi era stata decretata ufficialmente la sua estradizione dal Paese in Italia. Così il padre di Saman Abbas estradato è arrivato a Ciampino ed è stato preso in consegna dagli agenti della Polizia penitenziaria.

Sono stati membri del Servizio per la Cooperazione internazionale di polizia della Direzione centrale della polizia criminale a recarsi personalmente in Pakistan per prendere in consegna l’uomo. Con loro vi erano anche i carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale di Reggio Emilia, coordinati dalla procura della Repubblica di Reggio Emilia.

Il volo che ha riportato l’uomo in Italia, all’aeroporto di Ciampino, località alle porte di Roma, è stato il Falcon 900 dell’Aeronautica Militare. Il volo è partito da Islamabad ed è atterrato intorno alla mezzanotte in Italia.  Subito il padre della giovane Saman è stato condotto presso il locale ufficio di Polizia giudiziaria dello scalo romano. Qui gli è stato notificato il decreto di custodia cautelare e il verbale. 

Cosa succede adesso?

Per il momento egli si trova presso la casa circondariale di Roma, ma presto finirà in un carcere emiliano a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Reggio Emilia. In particolare l’uomo, il prossimo 8 settembre, dovrà presentarsi in Aula davanti alla Corte di Assise reggiana, che lo sta processando.

L’accusa che gli viene mossa è quella di essere l’autore dell’omicidio di Saman, sua figlia. Il movente dietro al delitto sarebbe il rifiuto da parte della ragazza di un matrimonio combinato. Ma il padre non sarebbe l’unico responsabile di questa morte.

Con Shabbar Abbas avrebbero collaborato anche la moglie e madre della ragazza Nazia Shaheen – che al momento però risulta ancora latitante – il fratello Danish Hasnain e i nipoti Nomanulhaq Nomanulhaq e Ijaz Ikram. Tutti questi membri avrebbero un ruolo importante non solo nell’omicidio della giovane, ma anche nel tentativo di far perdere le sue tracce.

Alla notizia della scomparsa della giovane Saman Abbas, i sospetti, in realtà, erano subito caduti sulla famiglia. E non a caso, dopo il delitto, i genitori della ragazza erano rientrati in Pakistan. Qui poi sono stati al centro di un lungo procedimento giudiziario da parte dell’Alta Corte pakistana.

Quest’ultima, il 4 luglio scorso, dopo aver acquisito tutte le informazioni e aver compiuto indagini sul caso, aveva giudicato applicabile la procedura di estradizione a carico del signor Shabbar. L’assenso all’estradizione in Italia da parte del governo pakistano è arrivato poi ufficialmente il 29 agosto 2023.

Omicidio Saman Abbas: cos’è successo

Saman Abbas, giovane di origini pakistane, aveva solo 18 anni quando è stata uccisa a Novellara, località in provincia di Reggio Emilia. Era il 1° maggio 2021. Il suo omicidio è subito diventato uno dei casi di cronaca nera che più ha sconvolto il nostro Paese negli ultimi anni.

In un primo momento si erano perse le tracce della ragazza e si ipotizzava un semplice allontanamento volontario da casa. Poco dopo però, gli inquirenti, alla luce delle dichiarazioni del fidanzato della 18enne, hanno iniziato a valutare la pista dell’omicidio.

Il ragazzo, che sognava un futuro con Saman, ha raccontato alle autorità che la giovane subiva violenze e minacce da parte della famiglia e, nello specifico, dal padre. I parenti infatti avevano progettato per lei un matrimonio combinato. Matrimonio che però la Abbas non voleva assolutamente. A destare ulteriori sospetti era stata poi la rapida fuga dei genitori verso il Pakistan.

Con Il tempo si è scoperto che nel 2020 Saman aveva rifiutato un matrimonio combinato con un cugino. All’epoca ero ancora minorenne e aveva 17 anni. La ragazza aveva poi denunciato i genitori per maltrattamenti e per sequestro di documenti.

A inchiodare padre e le altre persone coinvolte in questo terribile omicidio sono state le telecamere di sorveglianza che hanno ripreso tre figure maschili – successivamente riconosciute come lo zio (Danish Hasnain) e i cugini (Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq) – uscire da un magazzino Nicola muniti di attrezzi da lavoro e un sacchetto di plastica.