Aggiornamenti dalla guerra: due droni ucraini hanno colpito la città di Kurchatov, a circa 70 chilometri dal confine. A denunciarlo è il governatore della regione, Roman Starovoit. Ad allarmare le autorità del posto è la presenza di una centrale nucleare nella città della regione russa di Kursk.

Secondo la testimonianza del governatore, tuttavia, la centrale è rimasta esente da danni, ma un edificio amministrativo e un palazzo residenziale sono stati parzialmente distrutti.

Gli specialisti sono andati sul posto, valutano l’entità del danno. I dettagli sono in fase di definizione.

La Russia ha anche intercettato un altro drone durante il suo avvicinamento a Mosca, secondo quanto rivelato dal sindaco Serghei Sobyanin. Nella capitale, grazie al lavoro del ministero della Difesa russo, si stanno installando nuovi sistemi di difesa antiaerea.

Oggi le forze di difesa aerea vicino a Liubertsy hanno fermato un altro tentativo di lanciare un drone su Mosca. Non ci sono state vittime o danni. I servizi di emergenza sono sul posto.

Proseguono dunque gli attacchi ormai quasi quotidiani di droni contro Mosca delle ultime settimane. Quelli odierni, secondo l’agenzia Tass, hanno comportato il ritardo di 58 voli negli aeroporti della capitale.

Guerra, mentre i droni piovono su Kurchatov i militari ucraini concludono l’addestramento sui carri armati americani

Sono circa duecento, nel frattempo, i soldati di Kiev preparatisi nei campi di addestramento messi a disposizione dall’esercito a stelle e strisce in Germania. Completata l’esercitazione, ora i militari sono pronti all’utilizzo dei carri armati americani M1 Abrams. A riportarlo è il portale Politico.com.

Secondo fonti del Ministero della Difesa degli Stati Uniti, sono dieci i carri armati pronti all’invio in Ucraina già a metà settembre. Lo ha ribadito il portavoce del Pentagono, il colonnello Martin O’Donnell, che ha parlato di “31 carri armati a Kiev entro l’autunno”.

Gli Abrams rientrano nel computo dei circa 300 carri armati forniti dagli alleati occidentali al Paese invaso. Tra questi spiccano i Leopard 2 da Spagna e Germania, i Challenger dalla Gran Bretagna e i leggeri Leclerc dalla Francia.

In aggiunta, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha annunciato un contratto per l’acquisto di missili aria-aria a medio raggio avanzati dalla società americana Raytheon per l’Ucraina. Ora Kiev attende solo i caccia richiesti ieri da Volodymyr Zelensky: Kiev ha bisogno di un altro centinaio di queste armi, oltre ai “50 o 60” già promessi.

La Bielorussia dispone di testate nucleari ma non può usarle: ecco perché

La Federazione Russa, intanto, ha recentemente consegnato le prime testate nucleari agli alleati della Bielorussia. Un provvedimento già annunciato mesi fa da Vladimir Putin, ma il Paese per il momento non può utilizzare le armi. I soldati, infatti, non hanno ricevuto la necessaria preparazione.

Ad affermarlo con certezza è il capo dei servizi d’intelligence militari ucraini (Gur), Kyrylo Budanov, ai microfoni dell’emittente Rbc-Ukraine. Per il momento i missili a corto raggio Iskander con testata nucleare tattica restano “un mezzo di deterrenza nucleare”, ma Budanov ha citato documenti originali russi che testimonierebbero come la Bielorussia sia “completamente impreparata all’uso di queste armi”.