Nel mitico Letzigrund di Zurigo, tempio del ricco Weltclasse, undicesima tappa di Diamond League, Gianmarco Tamberi chiude al quarto posto con 2,28 la sua prima gara dopo il titolo mondiale di Budapest nel salto in alto. A vincere, con 2,35, è il qatariota amico per la pelle di Tamberi nonché campione olimpico come lui, Mutaz Barshim.

Al meeting di Zurigo, Gianmarco Tamberi quarto in 2,28 nella sua prima gara dopo l’oro di Budapest

Tamberi entra a 2,15, che ottiene al primo tentativo assieme al 2,20. Il 2,24 arriva al secondo tentativo sia per lui che per il qatariota Barshim, al contrario del coreano Woo e del giapponese Akamatsu. A 2,28, l’unico ok al primo tentativo è Barshim; l’azzurro riesce invece solo all’ultimo (ma con ampio margine). Barshim si ripete a 2,31, seguito da Kerr (al secondo) e Woo (al terzo). Gimbo sbaglia i primi due e si tiene il terzo per 2,33, per poi fallirlo. Chi non si ferma è proprio il qatariota, che con l’italiano condivide un oro olimpico: 2,33, poi 2,35, infine due “X” a 2,37; lasciando il neozelandese Kerr (secondo) a 2,33 e Woo (terzo) a 2,31.

È stato comunque uno spettacolo – commenta l’azzurro alla Rai – Alla vigilia avevo messo le mani avanti, temendo una figuraccia. Mi sono presentato stanchissimo e scarico dopo il Mondiale, ma ho fatto comunque 2,28. Temevo di non riuscire a saltare nemmeno quello. Io dico sempre che è meglio chiudere la stagione con una sconfitta, perché ti dà qualcosa in più per preparare la stagione successiva. Sono già proiettato al prossimo anno, questa sera ho anche provato la nuova scarpa per il 2024 per vedere come rispondesse. Finali di Diamond League? Confermo: non ci sarò. Eugene è dall’altra parte del mondo e io invece ho bisogno di tutte le energie possibili per preparare al meglio il 2024. È un anno troppo importante, ci sono le Olimpiadi. Mi stuzzicano anche gli Europei di Roma, ma in testa ho solo Parigi. Non so nemmeno se lunedì sarò al meeting di Bellinzona.

Nell’asta, solito monologo dello svedese Duplantis, per risolvere la pratica a 6 metri e fallire il record del mondo a 6,23. Sui 200, “Mister Budapest” Noah Lyles non va oltre un (per lui ordinario) 19.80 (-0.5 il vento).

Ad aprire il ricco programma del giovedì a Zurigo, il triplo con la venezuelana Rojas due volte a 15,15. Settima e ottava Dariya Derkach e Ottavia Cestonaro, ancora oltre i 14 metri rispettivamente con 14,18 (+0.3) e 14,11 (+0.2). Sui 400, buon secondo posto in 45.49 per Davide Re alle spalle del norvegese Ingvaldsen (45.28). Sui 110 ostacoli, record nazionale svizzero per Joseph in 13.08 (-0.1), con Lorenzo Simonelli quinto in 13.60.

Sorpresa sui 400 ostacoli, 100 femminili a Sha’Carri Richardson

Sorpresa sui 400 ostacoli, dove l’argento mondiale Kyron McMaster, delle Isole Vergini Britanniche, mette in fila, con il suo 47.27, sia il norvegese Warholm (47.30) che il brasiliano Dos Santos (47.62). I 100 femminili sono della campionessa del mondo, la statunitense Sha’Carri Richardson, in 10.88 (-0.2). Entrambe a 11″ netti le giamaicane Morrison e Thompson-Herah. Giamaicana Jackson 21.82 (-0.8) sui 200 davanti alla britannica Neita (22.25).

Nel prologo di ieri, 30 agosto, bella sfida del salto con l’asta sotto al tetto della stazione di Zurigo tra l’australiana Kennedy e la statunitense Moon, campionesse mondiali ex-aequo a Budapest. Ha vinto la prima con 4,91, che è miglior prestazione mondiale 2023. Seconda Moon a 4,81, sesta Elisa Molinarolo a 4,51.

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