Ad aprire l’ottantesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia è stato ieri, 30 agosto, “Comandante“, film biografico diretto da Edoardo De Angelis che racconta la storia di Salvatore Todaro, impersonato da Pierfrancesco Favino. Aderendo alla legge (morale più che scritta) di assistere chi è in difficoltà in mare, il 16 ottobre del 1940 Todaro, primo ufficiale del sommergibile Comandante Cappellini, salvò da morte certa i componenti dell’equipaggio di un piroscafo belga che fino a poco prima avevano fatto fuoco contro di lui e i suoi uomini. Tra il pubblico, a mostrare apprezzamento per il film c’era anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini assieme alla compagna Francesca Verdini.
Venezia 80, anche Salvini applaude alla proiezione di “Comandante”, la storia di Salvatore Todaro e del suo eroico salvataggio in mare
Il Kebalo, la nave affondata dagli uomini di Todaro, trasportava armi e munizioni agli inglesi. A bordo 26 uomini, tutti salvati dal Comandante Cappellini, che poi fu costretto a navigare per tre giorni in emersione con il rischio di essere colpito proprio dagli inglesi. “Siamo in guerra”, dicono a Todaro nel film. “Siamo ancora uomini però”, risponde lui. E il sommergibile italiano portò difatti a termine il suo scopo.
L’ultimo a citare pubblicamente Salvatore Todaro è stato in tempi recenti un altro comandante: Giovanni Pettorino, a capo della Guardia Costiera. Un discorso che ha colpito non poco De Angelis, fino a spingere quest’ultimo a studiare la figura di Todaro e realizzare il film. Erano i tempi del primo governo Conte, di Salvini ministro dell’Interno e di Toninelli ai Trasporti. Erano i tempi della linea dei porti chiusi.
Il regista De Angelis si è ispirato alle parole di un altro comandante: Giovanni Pettorino
Giustamente concentrato sul drammatico incidente ferroviario di Brandizzo e sulla questione dei valichi al confine con la Francia al collasso, oggi il vicepremier ha rilasciato soltanto un laconico ma sentito “Sì” alla domanda “Ha applaudito il film?”
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