Si torna a parlare di migranti: anche oggi sono in previsione dall’hotspot di Lampedusa dei trasferimenti. Dopo il picco di quasi 5mila persone – tra uomini, donne, ragazzi, bambini e minorenni non accompagnati – la struttura di contrada Imbriacola continua a svuotarsi. Dalle prime ore della mattinata di oggi, giovedì 31 agosto 2023, sono in corso le operazioni che andranno avanti per tutta la giornata.
Dall’hotspot di Lampedusa trasferimenti di altri migranti oggi
I trasferimenti che abbiamo già visto nelle giornate precedenti sono stati e sono tuttora fondamentali dal momento che l’hotspot di Lampedusa, in Sicilia, è praticamente al collasso. In questi ultimi giorni adesso infatti ha ospitato migliaia e migliaia di migranti. Ha accolto una quantità di persone ben superiore ai posti disponibili.
Questa mattina, giovedì 31 agosto 2023, contrada Imbriacola conta al momento 1.126 persone. Tra queste ci sono ben 119 minori non accompagnati. I numeri sono comunque nettamente inferiori rispetto a quelli dei giorni scorsi, quando si è raggiunto il picco con quasi 5mila migranti presenti e stipati nella struttura siciliana.
I trasferimenti proseguono e avvengono sia via mare, tramite navi imbarcazioni di vario tipo, sia in via aerea. Altri centinaia e migliaia di migranti verranno portati oggi in ulteriori centri di accoglienza in Italia. Le prime partenze sono iniziate alle prime ore della mattinata di oggi.
In particolare oggi 600 persone vengono spostate dall’hotspot di Lampedusa e vengono portate a bordo della nave militare Dattilo in un altro centro. Nel pomeriggio è in programma anche la partenza della nave Galaxy, con un numero ancora da stabilire.
Verso il tardo pomeriggio, intorno alle 18.30-19, altri 189 migranti saranno messi su un volo aereo diretto a Bari e organizzato dall’Oim, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. Infine questa sera 200 soggetti verranno portati a Porto Empedocle con la nave Cossyra.
La situazione attuale
E se da un lato ancora oggi si parla di trasferimenti dei migranti, dall’altro, ogni giorno, noi sentiamo parlare di hotspot al collasso e sindaci in difficoltà. Gli sbarchi infatti ultimamente sembrano essere aumentati e la situazione è davvero fuori controllo.
Le strutture ricettive infatti, spesso e volentieri, devono accogliere più persone del previsto e si trovano dunque a fare i conti con situazioni estreme e inaspettate. Per questo motivo sono continue le richieste di aiuto al governo, sia quello italiano sia quello europeo, per fare qualcosa e intervenire veramente su questo tema.
Migranti, la critica di Carola Rackete all’Italia
A parlare della situazione migranti in Italia e, più in generale, in Europa è l’attivista Carola Rackete. Ai microfoni del giornale La Stampa, l’ex capitana della Sea Watch nota nel nostro Paese per essere stata protagonista di un intenso scontro con il leader della Lega Matteo Salvini, critica in modo particolare la gestione di essi.
Carola Rackete afferma che in generale tutto è peggiorato e sostiene che i problemi legati alla questione migranti sembrano riguardare solamente coloro che arrivano in Italia da determinati Paesi. Infatti, spiega:
Dall’altra parte abbiamo visto che non c’è stato alcun grosso problema a dare protezione a milioni di rifugiati ucraini. Possono lavorare, i bambini possono andare a scuola e tutto molto velocemente. Mentre le famiglie siriane in fuga dalle stesse bombe russe restano ancora ferme a Lesbo.
L’ex capitana della Sea Watch, candidata alle prossime elezioni europee, si dice preoccupata per la direzione in cui sta andando l’Italia che vede al governo partiti di destra. Ma il problema non è solamente il nostro paese. Intervistata da La Stampa, continua:
Ora noi stiamo assistendo all’ascesa della destra ovunque. C’è una lotta massiccia contro i diritti delle donne e l’uguaglianza delle persone.
Infine Rackete conclude commentando il trattato tra Unione europea e Tunisia e lo definisce “scandaloso”. Non manca poi l’ultima critica al governo Meloni.
Abbiamo appena visto cosa fanno le forze di sicurezza tunisine ai migranti nel deserto e come li abbandonano lì. Tutta l’Unione europea è coinvolta in questo, e non dobbiamo credere quando un governo Meloni cerca di presentarsi come moderato a Bruxelles, perché è abbastanza chiaro che parla in modo diverso in Italia e a Bruxelles. Gli altri Paesi non dovrebbero cascarci.