A quasi tre mesi dalla scomparsa della piccola Kata, la bimba di 5 anni avvistata per l’ultima volta mentre giocava nel cortile dell’ex hotel Astor, a Firenze, il 10 giugno scorso, gli inquirenti continuano a lavorare senza sosta. E si fa sempre più accreditata l’ipotesi secondo cui la bambina potrebbe essere stata vittima di uno scambio di persona, come era stato il padre, per primo, a mettere in luce. Potrebbe essere stata presa per “errore” al posto di una sua coetanea, la figlia della compagna di un trafficante di droga peruviano, finito al centro di una contorta vicenda appena un anno fa.

Kata rapita per errore? L’ipotesi del traffico di droga dietro la scomparsa della bambina a Firenze

I pubblici ministeri di Firenze starebbero per richiedere una rogatoria per effettuare degli interrogatori in Perù, dove Kata è nata e potrebbe essere stata portata in seguimento al rapimento. E dove potrebbero trovarsi anche alcune persone informate dei fatti. Dei detenuti, in particolare. La svolta è arrivata dopo una segnalazione di Miguel Angel Romero Chicclo, padre della bambina: era stato lui il primo a parlare della possibilità che sua figlia potesse essere stata presa “per errore”.

Stando a quanto emerso dalle indagini, potrebbe entrarci una vicenda parallela. Nel 2022 le forze dell’ordine avrebbero infatti effettuato una perquisizione a casa di un trafficante di droga peruviano, sequestrandogli una grossa partita di cocaina, con la conseguenza che i fornitori non avrebbero ottenuto i soldi che gli spettavano. Con lui al tempo viveva una persona: una donna che, pur non avendo nessun tipo di legame con la famiglia di Kata (sia dal lato materno che paterno), qualche mese dopo i fatti sarebbe finita a vivere nello stesso stabile.

Con lei la figlia di 5 anni. Da qui l’ipotesi che potesse essere lei il vero bersaglio del sequestro, orchestrato, forse, per vendicarsi dell’uomo perquisito. Lui nel frattempo è stato estradato in Perù, finendo nello stesso carcere dello zio paterno di Kata. È loro che gli inquirenti italiani vorrebbero raggiungere, per capire se sappiano qualcosa. A riportarlo è il quotidiano toscano La Nazione.

La sparizione e gli ultimi sviluppi del caso

Negli scorsi giorni il procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli aveva parlato di alcuni accertamenti volti a capire se la piccola possa aver lasciato l’Italia, eventualmente a bordo di un aereo o, comunque, attraverso le frontiere. Presto tutti i pezzi potrebbero tornare al loro posto. Ma, per il momento, nonostante i passi in avanti fatti dagli inquirenti, sono ancora tanti gli interrogativi che ruotano attorno al caso.

Non è chiaro, ad esempio, come Kata sia uscita dall’ex hotel. Nei filmati delle telecamere di sorveglianza installate nei pressi dello stabile di lei, infatti, non ci sono tracce. Né ci sono tracce all’interno dell’edificio, dove è stata cercata a lungo e con tecniche sofisticatissime, senza successo. L’ipotesi è che possa essere stata nascosta all’interno di un borsone e poi caricata su un mezzo, forse il furgone bianco inquadrato nel frame di un video. Per ora solo congetture, supposizioni.

Come del resto quella che riguarda il Perù. La speranza, comunque, è che possa essere la pista giusta. E che Kata possa tornare a riabbracciare i suoi cari, che non hanno mai smesso di cercarla. Il loro appello, fin dagli esordi della vicenda, è rimasto lo stesso: chiedere a chiunque possa sapere qualcosa dell’accaduto (gli avvocati che li sostengono sono convinti che dei testimoni debbano esserci per forza) di mettersi una mano sul cuore e parlare con gli inquirenti. Dai sequestratori si aspettano almeno un segnale per sapere se la bimba è viva.