Riforma pensioni 2024, ecco come cambia opzione donna con uscita anticipata tra 60 e 63 anni, rispetto all’uscita di quest’anno che, però, rimane vincolata alle varie condizioni economiche e sociali delle richiedenti. Quel che appare certo è che gli anni di contributi richiesti saranno sempre 35 e che i versamenti continueranno a essere ricalcolati per la pensione futura con il sistema contributivo puro.

Ma, di certo, cambieranno i requisiti per accedere alla pensione perché l’andamento delle uscite anticipate delle lavoratrici nel 2023 è stato del tutto insoddisfacente. Rispetto alle oltre 23mila prepensionate del 2022, quest’anno le lavoratrici che hanno agganciato l’opzione donna si contano nell’ordine di qualche migliaia.

Riforma pensioni 2024, come cambia opzione donna: uscita anticipata tra 60 e 63 anni

Sulla nuova opzione donna nell’ambito della riforma delle pensioni del 2024 se ne sta occupando, in particolare, la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone. Le previsioni di uscita anticipata con la misura dedicata alle lavoratrici apparivano un flop già nei primi mesi del 2023, tanto è vero che la stessa ministra si era data da fare per modificare i requisiti della legge di Bilancio 2023 e garantire l’uscita a più lavoratrici.

Nonostante i vari decreti sul lavoro di quest’anno, il governo non ha mai stanziato i 300 milioni di euro necessari per allargare la misura di quest’anno e consentire almeno 10.000 uscite in più rispetto a quelle preventivate con i requisiti 2023.

Le lavoratrici risultano particolarmente danneggiate dalle regole del 2023. Fino alla fine dell’anno (per l’età di 60 anni raggiunta entro il 31 dicembre 2022 unitamente a 35 anni di contributi), le lavoratrici dovranno possedere anche altri requisiti economici e sociali, quali l’assistenza da almeno sei mesi del coniuge o di un parente fino al primo grado o affine entro il secondo grado con handicap grave oppure la capacità lavorativa ridotta del 74 per cento o, ancora, l’essere state licenziate. In quest’ultimo caso, l’uscita avviene a 58 anni di età.

Riforma pensioni opzione donna, a che età si può uscire dal lavoro?

A fronte di sconti sul requisito anagrafico per i figli avuti (un anno ogni figlio fino a un massimo di due, uscita a 59 o 58 anni), il numero delle donne che sono riuscite ad andare in pensione con l’opzione donna si è ridotto notevolmente rispetto agli anni passati.

Nel riordino di alcune misure che il governo dovrebbe effettuare nelle legge di Bilancio 2024, le ultime ipotesi che si stanno facendo sono quelle di una misura previdenziale che, a fronte dei 35 anni di contributi, possa aumentare il requisito anagrafico tra i 60 e i 63 anni.

Quanto si perde di pensione con il ricalcolo contributivo?

Si tratterebbe di alzare l’età in cambio dell’eliminazione di tutti i paletti introdotti nella scorsa legge di Bilancio. A tal proposito, non sembrerebbe trovare conferme la commistione di requisiti dell’opzione donna con l’Ape sociale in quello che potrebbe essere un sistema di uscita particolarmente attento alle lavoratrici impiegate in mansioni gravose.

Rimarrebbe, in ogni modo, il ricalcolo della futura pensione mediante il meccanismo contributivo puro. La revisione dei contributi comporterebbe un taglio dell’assegno mensile che può arrivare anche al 30 per cento.

Ultime novità sulle altre misure di previdenza

Tra le altre misure di pensione anticipata del prossimo anno, il governo potrebbe confermare la quota 103 come misura ponte in attesa di una riforma più organica dell’intera materia previdenziale. Novità sono attese anche sull’Ape sociale, sulla quale l’esecutivo potrebbe procedere con un allargamento delle professioni gravose. Non troverà spazio nella Manovra 2024, invece, la quota 41 per tutti.