Turbolenza aerea, quanto è pericolosa? Sono davvero pericolose e perché in estate sono più frequenti? Il recente episodio che ha portato al ferimento di 11 persone a bordo di un aereo della compagnia Delta, decollato da Milano e diretto nella città statunitense di Atlanta ha sollevato diversi dubbi ai viaggiatori.

I feriti sono stati costretti a richiedere le cure dei medici che hanno provveduto al loro ricovero in ospedale. La forte turbolenza ha infatti terrorizzato tutti i passeggeri, rimasti profondamente scioccati dall’accaduto.

La turbolenza aerea è però un evento abbastanza frequente e non deve spaventare. Gli areoplani sono infatti progettati per resistere a queste instabilità di pressione atmosferica. In particolar modo quelli destinati alle tratte transoceaniche dove il fenomeno può essere più intenso.

Tuttavia, come accaduto sul volo Milano – Atlanta, la forte turbolenza ha fatto oscillare il velivolo in modo violento: i passeggeri, probabilmente non seduti al loro posto, si sono feriti perché scaraventati dall’instabilità aerea.

Turbolenza aerea quanto è pericolosa: cosa sono questi fenomeni?

Le turbolenze sono dei vortici irregolari alimentati dalla diversa pressione dei flussi di aria. L’instabilità è maggiore via via che si sale di quota.
A questa altezza infatti le correnti di aria si spostano con una differenza di temperatura. Ciò provoca repentini cambi di velocità del flusso.

L’aria calda, proveniente da nuvole o da temporali, salendo crea le turbolenze. Questa repentina variazione genera una differenza di pressione e quindi di portanza dell’aeroplano. Ne conseguono i tipici sobbalzi all’interno del velivolo.

Ci sono però diversi tipi di turbolenza. In alcuni casi la diversità del paesaggio sottostante, ad esempio cime montuose o impedimenti di elevata altezza, possono provocare flussi ascendenti o discendenti decisamente irregolari. In altri sono i temporali a provocare la differenza delle correnti di aria.

Il Centro nazionale per gli studi atmosferici degli Stati Uniti ha analizzato diverse condizioni climatiche ed è arrivata alla conclusione che le turbolenze possono essere indotte da temporali sprigionatisi anche a centinaia di chilometri di distanza. Si parla in questi casi di “turbolenza in aria chiara” (o CAT, dall’inglese Clear Air Turbulence) e si tratta di eventi poco prevedibili. Turbolenze di questa tipologia possono indurre lesioni da moderate a gravi. La loro natura improvvisa infatti non dà il tempo necessario agli operatori di volo di avvertire i passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza.

Quali sono i rischi in volo

Si possono incontrare turbolenze in qualsiasi zona. Ci sono però aree maggiormente esposte, come la fascia tra i tropici e l’equatore. Qui infatti si intrecciano diverse correnti di aria dell’emisfero nord e di quello sud e di conseguenza si possono generare violenti ed improvvisi temporali.

In estate le turbolenze sono molto più frequenti. Le masse di aria calda al suolo, o sulla superficie oceanica, si scontrano con aria più fredda e rarefatta man a mano che si aumenta di quota.

L’aeroplano sobbalza a causa delle turbolenze. Ma l’oscillazione della fusoliera non avviene tutta allo stesso modo. La parte più centrale risente in minor misura dell’impatto con la variazione di flusso perché stabilizzata dalle ali. Nei posti sulla coda invece le vibrazioni saranno particolarmente intense.

Non è comunque un fenomeno di cui avere paura. Gli aeroplani hanno una struttura tale da resistere a queste sollecitazioni. Nella maggior parte dei casi i passeggeri neanche si accorgono dell’effetto sul velivolo del cambiamento del flusso d’aria proprio per i più moderni dispositivi di attenuazione dell’urto con la corrente. Generalmente dunque non si percepisce altro che qualche lieve e breve scossone.

Una recente statistica diffusa dalla Federal Aviation Administration indica in 58 le persone che annualmente rimangono ferite a causa delle turbolenze. Si tratta in generale di assistenti di volo. Il dato non deve in alcun modo allarmare soprattutto se paragonato ai milioni di passeggeri che viaggiano in aeroplano ogni giorno.