I contributi figurativi dell’INPS sono contributi fittizi che non vengono versati né dal datore di lavoro e neppure dal lavoratore dipendente. A cosa servono i contributi? In linea di massima, insieme all’anzianità anagrafica, l’anzianità contributiva rappresenta uno dei requisiti fondamentali per poter accedere alla pensione.

Solitamente, i contributi per la pensione sono prevalentemente a carico dell’azienda e, in misura inferiore, sono a carico del lavoratore. I contributi vengono, poi, versati all’ente previdenziale dallo stesso datore di lavoro.

A cosa servono i contributi figurativi INPS

Ci sono diverse tipologie di contributi INPS. Alcuni sono obbligatori e sono tutti quelli versati in una buona parte dal datore di lavoro e in parte anche dal lavoratore dipendente all’ente di previdenza. Quelli obbligatori sono calcolati in misura percentuale con riferimento alla retribuzione percepita dal lavoratore.

Oltre a quelli obbligatori, ci sono anche altre tipologie di contributi:

  • Figurativi;
  • Da riscatto;
  • Da ricongiunzione;
  • Volontari.

I periodi in cui il dipendente non presta attività lavorativa non sono coperti da retribuzione e neppure da contributi. Per qualche evento, però, i periodi di assenza sono comunque utili ai fini contributivi. Sono proprio questi i periodi in cui si può parlare di contributi figurativi, in quanto l’INPS accredita gli stessi al dipendente.

I contributi figurativi sono definiti fittizi proprio perché non vengono versati né dal lavoratore e neppure dal dipendente. Come abbiamo detto, vengono lo stesso accreditati dall’ente previdenziale e può avvenire, in base ai casi, su domanda del lavoratore, senza nessun costo aggiuntivo.

A cosa servono? Possono essere accreditati:

  • A copertura, se il periodo in cui si è verificata l’assenza è completamente scoperto dal punto di vista contributivo e non risulta la contribuzione obbligatoria;
  • A integrazione, se nel periodo in cui si è verificato l’evento è stata corrisposta una retribuzione ridotta che ha determinato l’accredito dei contributi obbligatori.

Quando si maturano i contributi figurativi

I contributi figurativi INPS si maturano in determinati periodi di sospensione del rapporto. In sostanza, questi periodi di sospensione possono essere coperti dall’accredito figurativo. Ecco quali sono:

  • Malattia;
  • Maternità;
  • Infortunio;
  • Congedi parentali;
  • Riposi giornalieri;
  • Assistenza familiari con grave handicap;
  • Donazione di sangue;
  • Assistenza antitubercolare;
  • Congedo per donne vittima di violenza;
  • Aspettativa per funzioni pubbliche elettive e cariche sindacali;
  • Integrazioni salariali ordinarie e straordinarie;
  • Disoccupazione e mobilità indennizzate;
  • Contratti di solidarietà;
  • Lavori socialmente utili;
  • Invalidità e inabilità indennizzate con successivo recupero della capacità lavorativa;
  • Trattamento speciale di disoccupazione per i lavoratori licenziati da imprese edili e affini.

Nel caso in cui le pensioni siano soggette al solo metodo di calcolo contributivo, i contributi figurativi spettano anche per:

  • Assenza del figlio fino al 6° mese;
  • Assistenza al figlio di età superiore a 6 anni, al coniuge e al genitore con disabilità conviventi.

Contributivi figurativi: maternità e malattia

Parliamo, infine, di due casistiche in particolare: la maternità e la malattia. Come abbiamo detto, i contributi figurativi vengo accreditati per i periodi di maternità obbligatoria, ma a patto che si possano far valere almeno 5 anni di contributi già versati.

Per i periodi di astensione facoltativa, i contributi spettano se i genitori si assentano entro i 3 anni di vita del figlio o in misura ridotta se l’assenza si verifica entro gli 8 anni d’età del figlio.

Passiamo alla malattia. In questo caso, l’accredito è escluso per i periodi di assenza di durata inferiore ai 7 giorni.

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