Castrazione chimica per recidivi di reati sessuali. Si riaccende il dibattito sulla proposta di legge che la Lega intende calendarizzare il prima possibile, dopo un’estate drammaticamente segnata da violenti episodi di stupro.

La Lega tira dritto sul ddl sulla castrazione chimica

Da Palermo a Caivano passando per Ravenna, dove un uomo che si trovava agli arresti domiciliari per abusi sessuali sulla fidanzatina 14enne del figlio, avrebbe violentato anche la figlia di 11 anni.

“Non siamo di fronte solo a dei delinquenti, ma a dei malati. Se hai mal di testa prendi l’aspirina, se non riesci a controllarti te lo risparmio per il resto della tua esistenza”. Spiega leader del Carroccio a margine di un evento in Trentino.

Ma la proposta leghista non sembra convincere neanche gli alleati della maggioranza. No alla castrazione chimica ma neanche a interventi soft, dice la forzista Rita Dalla Chiesa prima dell’inizio della riunione dell’ufficio di presidenza della Commissione Bicamerale di Inchiesta sul Femminicidio.

“Castrazione chimica? No, però li manderei ai lavori forzati e a pulire nei centri di accoglienza”.

Posizione più attendista per Fratelli d’Italia, come afferma la senatrice Leonardi.

“Sulla castrazione chimica non l’ho ancora valutata non essendo ancora emersa nel tavolo che si apre oggi. Tutte le proposte verranno valutate insieme per cercare le soluzioni più idonee che le donne aspettano. L’obiettivo è quello di contrastare qualsiasi atto di violenza”.

Chiusura netta da Pd e Italia Viva. “La pena ci deve essere e deve essere dura, ma una volta scontata bisogna reinserirsi nella società“, sostiene Chiara Gribaudo, deputata e vicepresidente dei Dem. “La pena deve essere rieducativa. Non serve la sparata populista, anche se sui social ha più appeal”, attacca Matteo Renzi.

Fuori dai Palazzi gli esperti mettono in guardia sia sulle storture di incostituzionalità su cui rischia di inciampare la proposta leghista, che sull’effetto prettamente scientifico. “Impedisce l’erezione, non la violenza”, spiega all’HuffingtonPost Tommaso Cai della Società Italiana di Andrologia.

Gli italiani invece sembrano essere dalla parte del vicepremier. Stando a un sondaggio condotto da Money.it sfiora la soglia dell’80% la quota di cittadini favorevoli all’introduzione della castrazione chimica per contrastare le violenze sessuali e punire chi si marchia di questi orribili reati.