Perché ora gli uragani si formano anche in Italia? Cosa sta cambiando nel clima del Mediterraneo e perché questi fenomeni stanno diventando sempre più frequenti sul nostro territorio?
Negli ultimi anni i cambiamenti climatici stanno provocando eventi meteorologici finora inimmaginabili. Quelli che prima erano marchiati come fenomeni rari stanno ora sempre più imperversando anche sul nostro territorio.
Quest’anno i mari italiani hanno toccato picchi di temperatura allarmanti. I 30°C in media registrati sulle acque superficiali portano il Mediterraneo a condizioni simili al Golfo del Messico o ai Caraibi.
Proprio il riscaldamento del mare è l’origine dei fenomeni violenti accaduti in questa estate.
Perché gli uragani si formano anche in Italia: temperature del mare in allarmante aumento
Il clima italiano è drasticamente mutato negli ultimi 150 anni. Se mediamente il nostro pianeta ha subito un riscaldamento globale di circa 1,5 °C, Roma ha incrementato la sua temperatura media annua di 3-4°C in soli 70 anni. Le condizioni di calore atmosferico condizionano anche le acque dei nostri mari, con la cosiddetta Ondata di Calore Marino (MHW Marine HeatWave).
Ciò ha causato l’innalzamento per esempio del Mar Ligure fino a 28°C nell’ultima parte di Agosto 2023. Uno sbalzamento di almeno 5-6°C rispetto alla temperatura tipica di questa porzione di Mediterraneo.
Questo cambiamento climatico così drastico del mare ha così generato i presupposti ideali per la formazione di uragani. In pratica si sono presentate le stesse condizioni di un clima tropicale.
L’aria al di sopra della superficie del mare sempre più calda possiede un alto tenore di vapore acqueo che riesce a rilasciare enormi quantità di calore per poi condensare rapidamente in goccioline nelle nubi. Questo fenomeno viene chiamato calore latente di condensazione.
Il rilascio di questa energia a sua volta alimenta la formazione verticale del ciclone fino ad arrivare o anche superare la tropopausa, ossia oltre i 10.000 metri di quota. Si ottiene così una colonna altissima con alto contenuto di vapore acqueo e goccioline condensate.
Tale meccanismo è il principale motore dei cicloni tropicali che si sprigionano a terra quando non hanno più il sostentamento del vapore acqueo. Sulla terraferma infatti c’è una quantità decisamente inferiore di vapore rispetto alla superficie del mare caldo.
Frequenza di MediCane in crescita
Quindi il riscaldamento così elevato del Mediterraneo produce le condizioni perché si formino uragani anche in Italia. Eventi spaventosi che fino a qualche decade fa erano considerati come rari oggi si ripresentano in maniera più frequente.
Non è però un fenomeno limitato agli ultimissimi anni. Gli esperti hanno registrato la formazione di Uragani Mediterranei (conosciuti anche con il neologismo MediCane) fin dal 1979. Grazie all’utilizzo della tecnologia moderna e dei satelliti meteorologici si è quindi potuto osservare come negli ultimi anni siano avvenuti numerosi episodi che ricordano gli eventi meteorologici tropicali. È soprattutto il caso del passaggio tra estate ed autunno.
In queste condizioni il mare molto caldo alimento la colonna di vapore acqueo che però si instabilizza a causa delle perturbazioni atlantiche fresche.
L’evolvere delle condizioni climatiche non porta a previsioni sul futuro. Non è in poche parole possibile prevedere se la manifestazione di uragani in Italia e in tutta l’area mediterranea sia costantemente in crescita. I dati statistici ci dicono che questi eventi si sono ripresentati 1-2 volte l’anno, ma già dalla scorsa stagione invernale gli Uragani Mediterranei sono imperversati in modalità anomale rispetto al recente passato.
Gli esperti dunque ritengono che il progressivo aumento della temperatura del Mediterraneo conseguenza del generale riscaldamento globale porterà in futuro ad avere una frequenza più elevata di MediCane.
Tuttavia se la nostra area supererà una certa soglia di temperatura, è più probabile che tali fenomeni aumentino di intensità piuttosto che di numero.
D’altro canto una diminuzione delle perturbazioni fredde nordatlantiche cambierebbe nuovamente le condizioni e potrebbe provocare una decrescita di MediCane nell’area intorno all’Italia.