Un nuovo vaccino contro l’ultima variante del Covid-19 è pronto a sbarcare in Europa: si tratta dell’ultimo ritrovato di Pfizer, adatto a contrastare la sottovariante Omicron XBB.1.5, meglio nota come Kraken.
Il via libera finale è arrivato dall’Ema, agenzia Ue per i medicinali, che ha approvato Comirnaty. Il vaccino è somministrabile a chiunque abbia più di 5 anni di età, ma le raccomandazioni dell’Ema parlano chiaro: la dose da inoculare è una sola, a prescindere dalla storia vaccinale dell’individuo contro il Coronavirus.
Durante le valutazioni del suo complesso iter decisionale, il Comitato dell’Ema ha valutato alcuni dati di laboratorio, che evidenziano una forte risposta del vaccino a XBB.1.5 e agli altri ceppi correlati del virus. La stessa Agenzia europea per i medicinali ha sottolineato come la correlazione tra XBB.1.5 e le altre varianti attualmente in circolazione faranno sì che il vaccino garantisca una protezione ottimale contro il Covid a 360 gradi.
Nuovo vaccino contro la sottovariante Kraken del Covid, cosa sappiamo su Comirnaty
Dalla prima autorizzazione di Comirnaty, risalente al dicembre 2020, ad oggi, le autorità hanno sviluppato una conoscenza approfondita sulla sicurezza del vaccino. Quest’ultimo presenta degli effetti collaterali, ma si tratta di conseguenze generalmente lievi e di breve durata.
Si tratta, nel dettaglio, di semplici mal di testa, diarrea, dolori articolari e muscolari, stanchezza, brividi, febbre e dolore o gonfiore nel sito dove avviene l’iniezione. Effetti collaterali più gravi possono verificarsi raramente.
Come per gli altri vaccini anti Covid, sarà compito delle autorità nazionali degli Stati membri dell’Unione quello di determinare come utilizzare questo vaccino nelle rispettive campagne di vaccinazione.
Già negli scorsi mesi, l’Ema aveva mostrato l’intenzione di produrre un vaccino che non contenesse più il ceppo “originario” del virus SarsCoV2, il cosiddetto “ceppo Wuhan“. Quest’ultimo, che aveva dato origine alla pandemia, “di fatto non circola più“, come spiegato da Marco Cavaleri, responsabile dell’Agenzia per i vaccini e prodotti terapeutici contro il coronavirus.
Il ceppo Wuhan lo abbiamo già incontrato varie volte, sia con la vaccinazione sia con l’infezione naturale: per questi motivi non riteniamo più necessario rivaccinarci con questo ceppo, mentre l’idea è quella di seguire la direzione che sta prendendo il virus.