Cos’è il Fosthiazate e perché risulta pericoloso per la nostra salute? Sale l’allarme dopo che il Ministero della Salute ha richiamato un lotto di patate del marchio Selenella perché contenente una concentrazione elevata di questa sostanza chimica.

L’avvertenza del produttore è:

“Prodotto non idoneo al consumo. Si invitano i consumatori a non consumarlo e a riportarlo al punto vendita per il
rimborso“.

La legge infatti impone un limite massimo oltre cui il consumo di prodotti agricoli inquinati da tale sostanza può causare gravi effetti sull’organismo umano. Se ingerito in dosi elevate può portare anche alla morte.

Cos’è il Fosthiazate: caratteristiche e campo di utilizzo

Il Fosthiazate è un prodotto fitosanitario che ricade nel gruppo dei nematocidi organofosforici. Si tratta dunque di sostanze chimiche usate prevalentemente in campo agricolo con la funzione di uccidere i nematodi parassiti delle piante.

Il Fosthiazate agisce in due fasi: inizialmente ha un effetto “nematostatico” che di fatto blocca il movimento dei nematodi nel terreno per poi passare alla fase “nematocida” in cui stermina i parassiti vermiformi.

Riesce così a preservare lo sviluppo e la crescita delle piante dall’aggressione di organismi anche nocivi. Generalmente tale pesticida è comunemente utilizzato per controllare i nematodi galligeni e cistigeni che tentano di infestare le più comune piante ortive da serra, quali cetrioli e pomodori, o in campo aperto come il tabacco e appunto le patate.

Questo pesticida è venduto in granuli e viene disperso sul terreno prima della semina o del trapianto alla dose di 30 kg/ha. Viene poi immediatamente ed uniformemente incorporato nello strato superficiale del terreno dopo l’annaffiatura.

Il Fosthiazate impedisce che i nematodi arrivino alla pianta da coltura ma inevitabilmente finisce per contaminare il raccolto. Nel prodotto finito infatti sarà presente una percentuale di pesticida utilizzato che sarà assorbita dalla pianta e rilasciata anche al frutto o al tubero raccogliere.

Il limite massimo di concentrazione secondo le norme italiane di 0,02 mg per ogni chilogrammo di prodotto finale. Al di sopra di questo valore il prodotto non può più essere commercializzato perché la dose di pesticida potrebbe generare danni alla salute del consumatore.

Dopo i controlli degli ispettori sanitari, il Ministero della Salute blocca perciò i lotti incriminati in attesa che i valori sul raccolto di quell’azienda agricola rientrino nei limiti fissati dalla legge.

Gli effetti sull’organismo umano

Generalmente l’intossicazione provocata dai pesticidi può avvenire per contatto diretto o per conseguente consumo di prodotti agricoli inquinati.

Nel primo caso possono essere coinvolti tutti i lavoratori legati ai processi di produzione, confezionatura, trasporto e stoccaggio ma anche agli agricoltori che lo utilizzano sui propri campi.

Per le sostanze volatili anche la popolazione limitrofa ai terreni trattati può essere a rischio.

Tuttavia per il Fosthiazate tale eventualità viene meno poiché il prodotto viene confezionato in granuli e le sue proprietà non vengono così disperse nell’aria.

Il raccolto dovrà poi essere attenzionato sul valore di pesticida inquinante. I residui infatti possono avere effetti sulla salute umana. Generalmente il consumo di una piccola quantità di prodotti con un tenore di Fosthiazate superiore alla norma non determinano effetti gravi. Questi però possono sopraggiungere in seguito ad un utilizzo prolungato nel tempo di generi agricoli inquinati.

Il Fosthiazate ha infatti un potente effetto tossico se assunto in dosi massicce. Generalmente un’intossicazione leggera provocata da tale nematocida nell’uomo è accompagnata da evidenti sintomi come nausea, vomito, dolore addominale e diarrea.

Se il valore di pesticida è però maggiore si possono avvertire sintomi più gravi quali:

  • broncospasmo
  • edema polmonare
  • miosi
  • vista offuscata
  • scialorrea
  • sudorazione
  • bradicardia seguita da tachicardia
  • astenia
  • ipertensione arteriosa
  • fibrillazione
  • confusione mentale
  • atassia
  • convulsioni
  • paralisi flaccida prima e poi spastica
  • coma
  • insufficienza respiratoria

Nei casi più gravi l’elevata ingestione del pesticida può portare addirittura alla morte.