Nella provincia di Torino un manifesto funebre è stato imbrattato con insulti omofobi. La vicenda, che subito fatto il giro del web e dei social, è stata ampiamente criticata. In moltissimi hanno mostrato solidarietà al coniuge che aveva annunciato la morte del compagno e che ha dovuto subire questo triste gesto. Vediamo nel dettaglio che cosa è successo.
Torino, manifesto funebre imbrattato con insulti: “Fro*i”
Il fatto si è verificato a Torre Pellice, località alle porte di Torino, e il manifesto funebre imbrattato è stato quello di Adriano Canese, scomparso all’età di 76 anni. Ad annunciarne la morte è stato il compagno, Corrado Brun, che ha dovuto fare i conti con un avvenimento molto spiacevole.
Il manifesto recitava:
È mancato Adriano Canese di 76 anni. Ne dà il triste annuncio il coniuge Corrado Brun. La commemorazione funebre avrà luogo presso il Tempio crematorio di Piscina, martedì 29 agosto 2023 alle 10.30, partendo dall’abitazione di viale Trento, 6 alle ore 9.50.
Il cartello che rendeva pubblica la scomparsa del compagno è stato però presto rovinato delle scritte omofobe. In particolare è apparso l’insulto “Fro*i”, riferito proprio alla coppia composta dai due uomini, Adriano e Corrado.
Adriano Canese, 76enne, era conosciuto nel Torino per il suo lavoro svolto negli anni all’interno di alcune radio locali. Egli si era unito civilmente con Corrado nel 2016, grazie alla legge Cirinnà. I due stavano insieme da 19 anni e la loro era una vera e autentica storia d’amore.
Sul manifesto funebre affisso in città, a Torre Pellice, in provincia di Torino, è apparso nel giro di breve tempo un foglietto con la scritta omofoba. Quest’ultimo è stato strappato poco dopo, ma ormai era stato notato. Il gesto ha subito scatenato grande indignazione prima tra i cittadini e poi tra gli italiani.
In molti infatti, tra cui il famoso calciatore Claudio Marchisio, hanno visto la foto del manifesto funebre imbrattato con le scritte omofobe e l’hanno ricondivisa sui social. Centinaia, se non addirittura migliaia, sono stati i commenti che si sono scatenati sotto ai post riguardanti questa notizia.
Le parole di Corrado Brun
Ai microfoni del giornale La Repubblica, Corrado Brun, che sta affrontando proprio in questi giorni la scomparsa dell’amato compagno, ha rilasciato un breve commento sull’accaduto. Ha definito il gesto “ignobile” e che dimostra solo la pochezza d’animo di chi l’ha compiuto.
Il signore si è inoltre detto dispiaciuto del fatto che ancora oggi ci siano persone ossessionate dall’omosessualità e che si sentano liberi di insultare e compiere atti di omofobia.
Ecco dunque le sue parole:
Un atto ignobile che non porta a nulla, dimostra la pochezza di chi l’ha fatto. Mi spiace che nel 2023 ci sia ancora qualcuno talmente ossessionato dall’omosessualità da prendersi la briga di insultare.
Corrado ha infine concluso il suo breve commento affermando che, negli ultimi anni, le cose sono peggiorate e le persone si sentono legittimate ad adottare gli stessi comportamenti di alcuni politici.
Negli ultimi anni il clima è cambiato in peggio, molti si sentono legittimati a dire e comportarsi come certi politici.
La denuncia social di Marchisio
Come anticipavamo prima, a raccontare questa vicenda sono stati anche alcuni personaggi noti in Italia. Tra questi c’è stato l’ex calciatore della Juve Claudio Marchisio. Lo sportivo ha condiviso la foto del manifesto funebre di Adriano Canese imbrattato e ha definito la vicenda “vergognosa”. Per questo motivo i responsabili non possono rimanere impuniti.
Sulla pagina Instagram di Claudio Marchisio si legge:
Questa mattina (ieri, ndr) Torre Pellice, comune a pochi chilometri da Torino e che giovedi ospiterà la visita del Presidente della Repubblica, si è svegliato con questo atto di inaudita violenza. Nel giorno del suo funerale, i manifesti di Adriano Canese sono stati vergognosamente deturpati, un gesto inaccettabile che non può e non deve rimanere impunito.
Il calciatore ha infine rivolto un pensiero al signor Corrado e alla famiglia di Adriano, scomparso lo scorso 26 agosto a Torre Pellice all’età di 76 anni.
Se è vero che i social network hanno anche un potere positivo, allora è giusto prendere posizione con forza affinché comportamenti come questi non vengano più tollerati. Il mio pensiero va a Corrado e alla famiglia di Adriano.