Comandante” di Edoardo De Angelis è il film di apertura alla Mostra del Cinema di Venezia 80, un’opera che non ha scaldato la sala ma sicuramente regala l’ennesima grande prova della carriera di Pierfrancesco Favino. Artista straordinario in grado con le sue interpretazioni di portare temi delicati, senza paura.

Venezia 78 Comandante con Pierfrancesco Favino, le sue parole nel video


Il regista Edoardo De Angelis sottolinea di aver lottato dal 2018 per fare questo film e di aver continuato dopo il Covid a lavorarci perché per lui era troppo importante ed ora è felice che sia a Venezia: “Comandante nasce dopo essersi imbattuti in Salvatore Todaro, quella per me è stata una folgorazione. Da lì è partita una lunga ricerca e la Marina Militare ci ha supportato in modo determinante. La storia di quest’uomo ci ha appassionato. Nei primi anni di guerra c’erano dei film realizzati da De Robertis e l’assistente Rossellini in cui vengono riprese reali dinamiche di guerra, ma erano in bianco e nero”.

Il più atteso è Pierfrancesco Favino, che quando parla non è mai banale anche su tematiche sociali tanto importanti, oltre che naturalmente per il coraggio di raccontare la vita di un eroe della Marina Italiana: “Todaro è quel che cerco sempre in un personaggio, lui era più persone insieme con capacità di guardarsi da fuori. Io so di non essere una cosa sola e in potenza mille cose, non amo personaggi di un solo colore. Todaro e l’esempio dell’essere umano. Un uomo che dall’aria sceglie di andare sotto il mare e non si può più guardare al mondo allo stesso mod”. L’artista poi loda il gesto di disubbidienza civile di Todaro: “Lui ha disobbedito quando però non poteva comunicare e quindi con piena responsabilità. Lui obbedisce a una legge più alte e che sente sua, mettere l’uomo al primo posto. La guerra consente di lasciare in mare il nemico, lui scopre dopo essere partito L’epifania. Lui torna a fare la guerra e fa due  volte di nuovo lo stesso gesto”.

Pierfrancesco Favino spiega di non aver avuto contatti con la famiglia: “Io raramente disturbo le persone, se dovessero farlo con me direi ma che ne sai di mio padre. Interpretare un essere umano è un tradimento di cui chiedere perdono”, ma la figlia di Salvatore Todaro gli ha fatto uno dei complimenti più belli “Quando l’ho incontrata mi ha detto che mi era molto grata, perché avevo dato una voce al padre che non aveva conosciuto”. 

Le reazioni politiche a Comandante

Il regista e Pierfrancesco Favino non hanno paura delle reazioni politiche al film, che può essere letto anche come una sensibilizzazione al tema dei migranti ed è destinata a far discutere specie per la presenza al Lido del Ministro Salvini: “Le reazioni di chi vede trascendono il controllo di chi il film lo ha fatto. Mi auguro si convenga che esistono leggi eterne come quelle del mare che non vanno infrante mai”, le parole di De Angelis mentre l’attore spiega “Non ho paura delle reazioni perché non è il mio lavoro la politica, io ho scelto di raccontare storie”, poi racconta un fatto della sua vita personale “Io ne so qualcosa di accoglienza, vengo da una famiglia particolare. Ogni tanto dovevo lasciare la mia stanza perché i miei ospitavano qualcuno che aveva bisogno. A casa mia la porta era sempre aperta ed è una cosa che applico ancora nella mia vita”.