È emergenza incendi in Grecia dove quello divampato ormai oltre dieci giorni fa nella regione di Alessandropoli e nella foresta di Dadia ha provocato la morte di 19 migranti, tra cui due bambini, e un pastore che stava proteggendo il suo gregge.
Sono 81mila gli ettari arsi dalle fiamme con aiuti che arrivano da tutta Europa, con la Commissione europea che ha inviato 11 aerei antincendio. A peggiorare la situazione l’ondata razzista che si sta scatenando nel paese, con l’estrema destra che accusa i migranti di essere responsabili del rogo.
Per le autorità la situazione è fuori controllo ed è in atto la più grande operazione antincendio mai fatta dall’UE. Gli aerei inviati sono rescEu di stanza in Croazia, Cipro, Francia, Germania, Spagna e Svezia, un elicottero Blackhawk dalla Repubblica ceca, 407 vigili del fuoco e 62 veicoli provenienti da Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Francia, Romania, Serbia e Slovacchia
Governo greco al lavoro per la riforestazione
Kyriakos Mitsotakis sta già discutendo della riforestazione necessaria dopo la devastazione mentre il Ministro dell’Ambiente Theodoros Skylakakis ha comunicato che dovranno essere effettuati al più presto lavori anti-alluvioni visto il rischio delle frane autunnali. Il governo greco sta anche mettendo al vaglio risarcimenti per agricoltori e allevatori, oltre che per le vittime.
Il pericolo razzista
Purtroppo il disastro ambientale ha subito riportato risvolti politici, con la destra più estrema del Paese che ha trovato nei migranti il capro espiatorio per gli incendi. Infatti le fiamme sono divampate lungo le tratte migratorie della Turchia: gli estremisti non spiegano il perché i migranti dovrebbe appiccare gli incendi, ma è già partita la caccia all’uomo come dimostrano dei video online.
In uno di questi un ragazzo mostra di aver rinchiuso 25 migranti nel suo camion incitando di “andarli a prendere tutti”. Nonostante sia stato arrestato si moltiplicano le ronde al confine tra Grecia e Turchia per stanare i migranti e farsi giustizia da soli.