Il danno è risolto, ma i suoi effetti perdurano ancora: questa è l’attuale situazione degli aeroporti britannici, dove un non meglio specificato “problema tecnico” ai sistemi di controllo ha causato cancellazioni e ritardi in tutto il Paese. La situazione non è ancora tornata sotto controllo. Anche oggi, infatti, compagnie aree e aeroporti hanno avvisato che si verificheranno «ritardi significativi», con disagi a catena che potrebbero durare giorni.

Le strutture aeroportuali non possono che correre ai ripari: Heathrow ha chiesto ai viaggiatori di sincerarsi dello stato del proprio volo prima di andare all’aeroporto, stessa operazione richiesta da Gatwick, mentre il segretario ai trasporti Mark Harper ha consigliato ai cittadini di leggere le linee guida dell’Autorità per l’aviazione in modo di essere consapevoli dei propri diritti nel caso in cui il loro volo venisse cancellato o ritardato.

Dette linee guida affermano il dovere, da parte delle compagnie aree, di fornire cibo, bevande e alloggio nel caso in cui un volo fosse posticipato durante la notte, mentre nell’evenienza di un viaggio cancellato, deve essere offerta ai passeggeri la possibilità di scegliere un rimborso o una modalità di viaggio alternativa.

Aeroporti britannici investiti da ritardi e cancellazioni, le reazioni della politica: “Che si convochi il comitato di riposta Cobra”

Le domande su cosa sia successo agli aeroporti britannici corre a destra e a manca su tutte le cronache internazionali. La politica d’oltremanica, nel frattempo, cerca soluzioni per dare risposta a tali legittimi quesiti. I liberal-democratici insistono affinché il Primo Ministro convochi il prima possibile il comitato di risposta alle emergenze Cobra, mentre i laburisti commentano l’accaduto definendolo un incidente «estremamente preoccupante».

Nats, l’ente per il controllo dei voli, è riuscito a mettere insieme una possibile circostanza d’ordine del guasto tecnico che ha paralizzato il traffico aereo britannico. Si tratterebbe di un «errore di pianificazione», il quale avrebbe inficiato sulla capacità del sistema di elaborare in modo autonomi i dati sui piani di volo. Dunque, per risolvere il pasticcio è stato necessario tornare all’inserimento manuale dei dati, che ovviamente non può essere eseguito con la stessa prontezza e rapidità di un software: da qui la necessità di ridurre il traffico aero.

La direttrice delle operazioni Juliet Kennedy si è scusata per i forti disagi che il guasto ha causato e ha già annunciato un’indagine su quanto accaduto. Kennedy ha chiarito comunque che si tratta di un evento estremamente raro, tanto che l’ultimo risale al 2014.

Traffico aereo inglese nel caos: i guai delle compagnie

Il malfunzionamento del sistema si è verificato alle 15:15 (ore locali) di lunedì. Non c’è voluto molto perché i tecnici scoprissero dove fosse l’inghippo e provvedessero a risolverlo: il problema però si è concretizzato nell’effetto a catena dei primi rallentamenti, che, secondo l’esperto di aeronautica Sally Gethin, potrebbe dilungarsi anche fino alla fine di questa settimana.

Le compagnie aeree avranno grossi grattacapi ora per riportare gli aerei di nuovo all’orario normale. Penso che assisteremo a notevoli disagi nelle prossime ore e penso che per alcune persone potrebbe esserci un effetto a catena fino alla fine di questa settimana.

Ha detto Gethin alla BBC.

Le compagnie più colpite dal malfunzionamento tecnico del sistema sono state sicuramente British Airways, Virgin Atlantic e TUI, i cui voli sono stati tutti cancellati o ritardati. Grossi problemi anche per Ryanair e Jet2, anche se la situazione per queste compagnie sembra star tornando sotto controllo.