“Voglio giustizia, anche la fidanzata dell’algerino è complice”. È quanto dichiarato in un’intervista rilasciata al Resto del Carlino da Xhuliano Bitri, il fratello minore del ragazzo di 23 anni ucciso con una fiocina a Sirolo, in provincia di Ancona, lo scorso 27 agosto. Il giovane, presente al momento dei fatti, ha raccontato la sua versione, spiegando che Klajdi era intervenuto nella lite in difesa di un amico e della sua famiglia, quando è stato colpito a morte dall’uomo ora tratto in arresto, fuggito insieme alla compagna.
Parla il fratello del ragazzo ucciso con una fiocina a Sirolo (Ancona): “Voglio giustizia”
È successo intorno alle 17 di domenica in via Cilea, a Sirolo. Il 23enne, di origine albanese, si trovava a bordo di una Mercedes insieme al fratello e a un amico; davanti alla loro auto c’era quella di Danilo, un altro amico, insieme alla moglie e ai suoi due figli, entrambi minorenni.
Avevamo deciso di andare a fare un aperitivo in un locale di Sirolo. Danilo si trovava in auto con la moglie e con i figli, noi in un’altra con suo cugino – spiega il fratello -. Eravamo un po’ staccati dalla sua macchina. Ad un certo punto, arrivati alla rotonda di via Cilea, la vettura di Danilo si è fermata. Ci siamo affacciati a abbiamo visto l’assassino che si dirigeva verso di lui con fare minaccioso. Mio fratello è sceso subito. Non ci ha pensato due volte: è corso lì ad aiutare Danilo.
L’assassino, un algerino di 27 anni, era sceso dalla sua Opel perché l’auto di Danilo, guidata dalla moglie – poco pratica della zona – si era fermata, nei pressi della rotonda, rallentando il traffico. Voleva intimargli di andare più veloce. Ma i due avevano preso a litigare e così Klajdi li aveva raggiunti. Fin quando la discussione non si era fatta più violenta.
Ho gridato a mio fratello: ‘Nasconditi, ha un’arma’. Io sono riuscito ad accovacciarmi dietro una macchina, lui non ha fatto in tempo. Quando è arrivato a tre metri, ha esploso il colpo con quel fucile da pesca. Klajdi mi è morto tra le mani. Ho provato a rimuovere la freccia, poi ho inseguito l’auto dove c’era la compagna del killer ma non sono riuscito a fermarla. Ha caricato il suo uomo e sono scappati. Vogliamo giustizia.
L’uomo era stato immobilizzato e arrestato quattro ore dopo nei pressi di Falconara Marittima, come si vede in un video diventato virale sul web. Aveva ancora con sé l’arma del delitto. Agli inquirenti ha detto di non sapere che avesse ucciso una persona.
La versione dei fatti del presunto killer
Volevo solo difendermi, c’erano tre persone che mi venivano addosso per picchiarmi. Non mi sono accorto di aver ucciso qualcuno e nemmeno di averlo ferito,
ha dichiarato Fatah Melloul. Il legale che lo assiste, l’avvocato Davide Mengarelli, ha aggiunto:
Il mio assistito è molto provato dalla vicenda. Non è stato mai in fuga. Ha diverse contusioni, segno che è stato picchiato anche lui.
L’ipotesi di reato formulata a suo carico è di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Dall’alba di ieri, 28 agosto, si trova in carcere dove, nella giornata di domani, 30 agosto, sarà sottoposto all’interrogatorio di garanzia. La compagna, che era con lui al momento dei fatti, non risulta indagata. Ma gli inquirenti, come chiede a gran voce la famiglia della vittima, potrebbero decidere di passare al vaglio anche la sua posizione. Se non fossero stati rintracciati avrebbero potuto lasciare l’Italia.
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