Errori nel calcolo pensione: come risolvere e fare la ricostituzione
Compilare una domanda di pensione potrebbe sembrare un processo diretto, ma come in molte procedure burocratiche, i dettagli contano. Compilare in autonomia la domanda di pensione online attraverso il portale Inps può risparmiare denaro, ma è essenziale prestare molta attenzione per evitare eventuali errori. Come comportarsi in caso di errori nel calcolo della pensione? Si può procedere richiedendo la ricostituzione della stessa: ecco qual è la procedura da seguire.
Errori nel calcolo della pensione: come correggere
Non solo i requisiti sempre più stringenti rappresentano una sfida nella procedura pensionistica, ma anche gli errori nella determinazione degli importi pensionistici possono creare notevoli problemi. È pertanto cruciale verificare con attenzione l’estratto conto previdenziale, che elenca tutti i contributi accumulati dal lavoratore durante la sua carriera.
Se si rileva un errore nella domanda di pensione o negli importi, è fondamentale agire rapidamente. Mentre non è possibile annullare una domanda già inviata, si può integrare con informazioni aggiuntive. È simile a quanto accade per la presentazione della dichiarazione dei redditi: una volta inoltrata, può solo essere integrata o corretta.
Identificare errori nel calcolo della pensione prima della liquidazione
Se un errore viene identificato prima della liquidazione della pensione, si hanno principalmente due opzioni: integrare la domanda o aspettare il suo rigetto e poi inviare una nuova domanda corretta. Anche se quest’ultima opzione potrebbe comportare ritardi nella ricezione della pensione, può risultare la scelta migliore in certe circostanze.
Ricostituzione e ricalcolo della pensione: come funziona
Nel caso in cui si identifichino errori dopo la liquidazione della pensione, o se emergono nuovi dettagli, è possibile chiedere la ricostituzione della pensione. Ciò non si traduce semplicemente in un aumento dell’importo, ma in un ricalcolo completo basato sui nuovi dati forniti.
Se, dopo un’attenta verifica, si constata che la pensione ricevuta è inferiore a quanto dovuto, potrebbe esserci stato un errore nel calcolo da parte dell’Inps. In questa situazione, è essenziale ottenere un’analisi professionale per confermare l’errore. Dopo aver ottenuto questa conferma, si può presentare un ricorso all’Inps per risolvere la discrepanza.
Come inviare un ricorso iniziale
Inizialmente, non è necessario rivolgersi direttamente alla giustizia ordinaria. Si può avviare il processo di riesame inviando un ricorso amministrativo al comitato gestionale del fondo pensionistico a cui si è iscritti. Questo va fatto generalmente entro 90 giorni dalla notifica della decisione pensionistica, sebbene alcuni fondi abbiano un limite di 30 giorni.
Per inviare il ricorso, si possono usare i servizi di un patronato o accedere alla piattaforma online dell’Inps. Entrando nel sito con le credenziali SPID, CNS o Carta d’Identità Elettronica, si può utilizzare la sezione specifica Ricorsi Online per presentare la domanda.
Ovviamente, è necessario fornire tutta la documentazione pertinente per supportare la richiesta. Questo può includere documenti quali estratti conto, conteggi dettagliati, e qualsiasi altra informazione che possa comprovare l’errore nella determinazione della tua pensione.
Cosa fare se l’Inps risponde negativamente
Se il ricorso amministrativo viene respinto o non si riceve alcuna risposta entro un tempo ragionevole, l’opzione successiva è intraprendere azioni legali. A questo punto, è indispensabile consultare un avvocato esperto in diritto previdenziale.
Limiti Temporali e Ratei Arretrati
È importante notare che, per conservare il diritto a ricevere i ratei arretrati, si ha un termine di prescrizione di 3 anni per intentare una causa.
Errori nel calcolo della pensione in eccesso: l’Inps può chiedere la restituzione dei soldi?
Recenti pronunciamenti della Corte di Cassazione e della Corte dei Conti confermano che l’Inps non può richiedere la restituzione di somme percepite erroneamente a distanza di anni. In casi come questi, le autorità giudiziarie tendono a dare ragione al pensionato, a meno che non ci sia prova di dolo da parte dello stesso. Resta tuttavia un caso controverso e la giurisprudenza può dare interpretazioni diverse: il terreno, insomma, è particolarmente minato in tal senso.