La recente ondata della peste suina ha sollevato preoccupazioni tra gli allevatori di maiali in Italia. Con una popolazione di 10 milioni di maiali, l’Italia rischia molto, soprattutto la Lombardia, dove risiede quasi la metà di questi animali. Questa industria, che vale circa 3 miliardi di euro e occupa 35.000 persone, è in allarme per il potenziale impatto sulla produzione e sull’export.
Peste suina: allevatori preoccupati
Le tensioni sono montate rapidamente. Secondo Thomas Ronconi, il presidente dell’Associazione nazionale allevatori di suini, le ripercussioni economiche sono enormi. Le dichiarazioni di Elio Martinelli, presidente di Assosuini, sottolineano ulteriormente l’urgenza del problema. Sottolinea l’inerzia politica, i problemi causati dall’opinione pubblica e la burocrazia come principali ostacoli all’azione tempestiva.
Interventi proposti per affrontare la crisi
Alcune delle misure proposte includono:
- Monitoraggio rigoroso delle morti sospette entro un raggio di 50 km dal primo caso noto.
- Fornire finanziamenti per aiutare gli allevatori a costruire recinzioni intorno ai loro terreni, offrendo almeno l’80% del costo come fondo perduto, IVA inclusa.
- Riduzione della popolazione di cinghiali, coinvolgendo anche l’esercito per coordinare gli sforzi.
L’aumento dei cinghiali nelle aree urbane
Roma ha affrontato un aumento del numero di cinghiali, che spesso si vedono passeggiare indisturbati lungo le vie della città in alcuni quartieri. Ciò non solo pone una minaccia per la popolazione suina, ma anche per la sicurezza pubblica. La recente epidemia ha portato all’abbattimento di maiali in varie zone, rivelando l’urgenza del problema.
Per far fronte a questa emergenza, la Regione Lazio ha preso delle misure concrete per affrontare l’aumento della popolazione di cinghiali, autorizzando l’abbattimento selettivo in specifiche aree come Frosinone, rispondendo alle crescenti preoccupazioni riguardo agli attacchi di cinghiali agli esseri umani.
Cos’è la peste suina africana
La peste suina africana rappresenta una delle minacce più significative per la salute degli suini e dei cinghiali. Originaria dell’Africa, la peste suina è causata da un virus che, sebbene non influenzi gli esseri umani, ha un impatto devastante sulla popolazione suina, causando una mortalità vicina al 90%.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, questo virus dimostra una sorprendente resilienza. La professoressa Loretta Tuosto, esperta di Immunologia presso l’Università La Sapienza di Roma, in un’intervista Fanpage, ha messo in luce come il virus possa resistere a diverse condizioni. Può sopravvivere in carni cotte o congelate e addirittura in alcuni prodotti lavorati. La sua resistenza al congelamento e alle alte temperature rende ancora più impegnativa la lotta contro la sua diffusione.
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Come si trasmette la peste suina: allevatori a rischio?
La trasmissione della peste suina può avvenire in diversi modi. Gli animali possono contrarre il virus mangiando scarti di carne infetti o venendo in contatto con animali già infettati. L’interazione tra cinghiali selvatici e suini può aumentare il rischio. Ma l’uomo gioca anche un ruolo cruciale nella disseminazione del virus. Attraverso la contaminazione involontaria di veicoli, indumenti e attrezzature, le persone possono diffondere il virus in nuove aree, specialmente in luoghi urbani densamente popolati.
Gli effetti della peste suina sugli animali sono tragici. Il virus colpisce un vasto range di tessuti, causando emorragie esterne ed interne e portando gli animali a una morte lenta e dolorosa. E, mentre gli animali soffrono, rilasciano enormi quantità di virus nell’ambiente circostante, diventando un serbatoio per ulteriori infezioni.
Le ripercussioni economiche
Anche se gli esseri umani non sono direttamente colpiti dalla peste suina, le ripercussioni economiche sono enormi. Il settore zootecnico suinicolo subisce perdite devastanti a causa delle restrizioni alle esportazioni e alla commercializzazione di prodotti suini. In un paese come l’Italia, dove i prodotti suini sono altamente apprezzati globalmente, l’impatto economico può essere inimmaginabile.
Le autorità europee hanno stabilito norme specifiche per limitare la diffusione della peste suina africana. Tra queste, l’abbattimento dei suini nei focolai infetti e il blocco delle esportazioni da aree infette. Inoltre, è di fondamentale importanza segnalare immediatamente la scoperta di una carcassa di cinghiale alle autorità competenti senza spostarla.