Aumenti stipendi, sconti sui contributi e bonus lavoro straordinario, sono in tutto cinque le misure da approvare nella legge di Bilancio 2024 per mantenere gli incentivi intatti anche per il prossimo anno. Si tratta di interventi indirizzati al taglio del cuneo fiscale che riguarda 14 milioni di lavoratori dipendenti, alla detassazione dei premi di produttività e ai fringe benefit agevolati e allargati a platee più ampie rispetto al decreto legge “Lavoro” di maggio scorso, alla conferma della norma sulle mance e alla paga maggiorata per il lavoro straordinario fatto nel settore del turismo. 

Le misure che sono state introdotte o potenziate durante il 2023 per sostenere la capacità di spesa dei lavoratori in un periodo caratterizzato dal dimezzamento del potere di acquisto. In tutto, la somma che il governo dovrebbe stanziare nella legge di Bilancio 2024 è di 10 miliardi e 400 milioni di euro.

La conferma di queste misure appare quanto meno necessaria per il fatto che, nel 2023, il tasso di inflazione, pur essendosi ridotto di un paio di punti percentuali rispetto al 2022, rimane sempre su livelli alti. Si stima un tasso a fine anno registrato dall’Istat pari al 6 per cento. 

Aumenti stipendi, sconti sui contributi e bonus lavoro straordinario, 5 misure da approvare nella Manovra 2024 

La misura dal peso maggiore per gli aumenti degli stipendi dei lavoratori dipendenti è il taglio del cuneo fiscale. Destinato nel 2023 a 14 milioni di dipendenti e introdotto già nel 2022 dal governo Draghi, rispetto alla misura originaria l’esecutivo di Giorgia Meloni ha aumentato dapprima la percentuale di sconto contributivo al 3% per i lavoratori con redditi fino a 25.000 euro all’anno con la scorsa legge di Bilancio; poi, il decreto legge “Lavoro” del 4 maggio 2023 ha incrementato di quattro punti percentuali il taglio del cuneo portando le percentuali al 7% (per redditi fino a 25mila euro) e al 6% per quelli fino a 35mila euro. 

Lo sconto si applica sulla percentuale dei contributi a carico dei lavoratori dipendenti (del 9,19% della retribuzione lorda). L’attuale bonus dalle percentuali maggiorate durerà fino a dicembre 2023: il governo sta cercando di implementare le risorse finanziarie per confermare i tagli anche nel 2024. Il costo della misura è di circa 10 miliardi di euro (9,8 miliardi). 

Aumenti stipendi sconti contributi bonus: ecco come cambiano le buste paga dei dipendenti

Un’ulteriore spinta all’aumento degli stipendi può essere assicurata grazie alla detassazione dei premi di produttività, ad oggi al 5% rispetto alla percentuale del 10%. La riduzione è stata introdotta grazie alla legge di Bilancio 2023 e il governo avrebbe l’intenzione di confermare la detassazione anche nel 2024.

Il taglio attuale riguarda i lavoratori che, nel precedente anno, abbiano conseguito un reddito non eccedente gli 80.000 euro e nel limite dei 3.000 euro. Attualmente rientrano in questa platea circa 2,1 milioni di lavoratori per un costo della misura che si attesta sui 222 milioni di euro. 

Strettamente connessi ai premi di produttività sono i fringe benefit, misura che per il 2023 consente ai lavoratori con figli di ottenere la detassazione fino a 3.000 euro. La platea compresa in questi limiti è di circa 516.000 lavoratori. Per gli altri lavoratori il tetto di detassazione è molto più basso e fissato a 258,23 euro.

La conferma dei fringe benefit a 3.000 euro ai lavoratori con figli costa oltre 332 milioni di euro, il governo potrebbe portare la soglia da 258,23 euro a 1.000 euro la soglia di detassazione per i lavoratori senza figli. 

Bonus su lavoro straordinario e notturni, si cerca la proroga 

Un paio di misure riguardano i lavoratori impiegati nella ristorazione e, in generale, nel settore del turismo. In primis, il governo dovrebbe confermare la tassa agevolata del 5% sulle mance, misura introdotta dalla legge di Bilancio 2023. La detassazione funziona anche per i pagamenti effettuati tramite mezzi elettronici. Per il taglio delle tasse è necessario che il lavoratore non abbia superato, nell’anno prima, la soglia di reddito di 50.000 euro. 

Dovrebbe essere prorogato il bonus per il lavoro svolto negli orari notturni o come straordinario nei giorni festivi. Si tratta di un premio, pari al 15 per cento, applicato nei settori turistici, compresi gli stabilimenti termali. Per ottenere il bonus è necessario che il lavoratore dipendente, nell’anno precedente, non abbia avuto un reddito superiore a 40.000 euro.

Attualmente la misura è in vigore per il periodo dal 1° giugno al 21 settembre 2023 per un costo di 54,7 milioni di euro. Il governo cerca una soluzione per prorogare il periodo di validità di questo bonus.