Scivola l’età per la pensione verso un tunnel a senso unico. Dire che le prospettive previdenziali future non sono buone è un eufemismo. I giovani rischiano di non raggiungere mai i requisiti per la pensione anticipata; difficilissimo sarà perfezionare anche quelli per la vecchiaia. Le alternative pensionistiche si affievoliscono con il passare delle ore. Restano le regole immortali della legge Fornero. Analizziamo nel dettaglio l’età per la pensione.

Pensioni ritiro dal lavoro a quest’età

 I prossimi mesi saranno particolarmente decisivi per il governo italiano. Dovrà prendere posizione su diverse misure e decidere cosa affrontare immediatamente e cosa rimandare a tempi migliori. La Manovra sarà principalmente articolata nell’aggiornamento del DEF, per poi essere presentata nella legge di Bilancio 2024. Non sono i tempi a destare preoccupazione, ma piuttosto l’assenza di risorse adeguate per affrontare le molteplici questioni.

Come riportato su Formiche.net, in base agli impegni presi nell’ultimo DEF, la spesa pubblica in deficit non dovrebbe superare il 3,7% del PIL. Inoltre, bisogna considerare la necessità di ridurre il debito accumulato durante la pandemia dell’0,7% del PIL. Per realizzare parte degli impegni assunti durante la campagna elettorale, sarebbe necessario un finanziamento di circa 30 miliardi di euro.

È evidente che il Ministro Giorgietti ha voluto sottolineare l’importanza di procedere con cautela, annunciando che l’Esecutivo intende agire in base alle priorità attuali. Sarà data giusta importanza alle misure a favore delle famiglie, della natalità, dei bassi stipendi, del taglio del cuneo fiscale e della promozione della crescita. Le possibilità di introdurre nuove misure previdenziali sono limitate.

Le opzioni più promettenti includono il rinnovo della Quota 103 (62 anni di età e 41 anni di contributi) o dell‘Ape sociale (63 anni di età e 30, 32 o 36 anni di contributi). La pensione donna sarà rinviata. Le lavoratrici non potranno più contare sulla pensione anticipata, ma potranno accedere a un anticipo pensionistico. In breve, le donne otterranno la pensione solo a 67 anni di età e avranno la possibilità di accedere a un’indennità o a una modalità di pensionamento con minori diritti, almeno fino al conseguimento dei requisiti per l’accesso a un trattamento previdenziale ordinario.

A quale età si va in pensione oggi?

 La pensione di vecchiaia permette di ritirarsi dal mondo del lavoro a 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi. Tuttavia, il futuro previdenziale dei giovani potrebbe non essere garantito. A dirlo sono i dati riportati dal Consiglio nazionale dei giovani e da Eures, i quali hanno mostrato una realtà del tutto sconvolgente sul fronte previdenziale. L’attuale normativa previdenziale correlata alla legge Fornero vincola i lavoratori a rimanere più a lungo sul posto di lavoro per poi ottenere una pensione con assegni che non garantiscono una vita dignitosa, almeno da un punto di vista di benessere.

I lavoratori che non hanno ancora compiuto 35 anni di età non potranno andare in pensione prima dei 73 anni e sei mesi, ricevendo un assegno pensionistico di almeno 1.650 euro lordi. L’importo dell’assegno pensionistico sarà influenzato dall’accumulo dei contributi versati durante la carriera lavorativa e dalla tassazione IRPEF.

Le condizioni previdenziali non miglioreranno neanche per i lavoratori con retribuzioni basse, che saranno costretti a posticipare l’uscita dal lavoro di 3 o 6 anni, senza considerare l’accumulo contributivo. Ciò che emerge è un sistema che accentua le diseguaglianze sociali dovute alla forte differenza nelle entrate.

Alla fine, coloro che hanno avviato una carriera lavorativa nel 2020 con almeno 20 anni di contributi accumulati potranno andare in pensione a 71 anni di età. In alternativa, avranno la possibilità di ottenere una pensione calcolata con il sistema contributivo e un assegno pari a 1,5 volte il trattamento minimo, per coloro che non raggiungono i 20 anni di contributi.

Per le giovani generazioni si sta ipotizzando l’introduzione di una pensione di garanzia, insieme all’istituzione di strumenti di sostegno per affrontare la precarietà contrattuale e l’accumulo ridotto di contributi.