Sono varie le questioni ancora aperte relative all’Assegno unico per i figli e alla Carta in possesso degli ex percettori del Reddito di cittadinanza, in questi giorni destinatari di un ulteriore sms dell’Inps per la fine della fruizione dell’indennità. Inoltre, vi sono anche delle novità in arrivo relative all’indennità per i figli: già da settembre, le famiglie con i nuovi nati saranno destinatarie di nuovi servizi di domanda dell’Assegno unico per i figli.
Infine, in autunno le famiglie beneficiarie dell’indennità per i figli saranno chiamate a una verifica dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) rispetto alla conformità dei dati e delle informazioni in possesso dell’Inps su parametri patrimoniali e reddituali. In caso di persistente difformità, l’Assegno unico per i figli verrà tagliato all’importo minimo che, per il 2023, è fissato a 54 euro.
Assegno unico, ecco fino a quando è attiva la Carta per gli ex percettori del Reddito di cittadinanza
Varie le questioni da chiarire ancora per l’Assegno unico per i figli, in particolare per gli ex percettori del Reddito di cittadinanza. In primo luogo, la Carta di Poste Italiane sulla quale veniva accreditato sia il RdC che l’indennità per i figli rimarrà attiva fino a febbraio 2024. Pertanto, chi ha perso il Reddito di cittadinanza (o lo perderà nei prossimi mesi) continuerà a ricevere l’importo dell’Assegno unico per i figli sulla Carta ancora per sei mensilità.
Dopo febbraio 2024, gli ex fruitori del Reddito di cittadinanza dovranno comunicare all’Inps un nuovo metodo di pagamento per ricevere l’Assegno unico, evitando che eventuali ritardi possano compromettere il diritto di ricevere l’indennità.
L’accredito dell’indennità per i figli avviene per la quota spettante a questo titolo, con un importo che sarà leggermente più alto per via della mancata fruizione del Reddito di cittadinanza.
Assegno unico Carta del Reddito di cittadinanza, il servizio per i nuovi nati da settembre 2023
Da settembre arriverà un nuovo servizio a sostegno dell’Assegno unico per i figli e sarà indirizzato alle domande di fruizione dell’indennità per i nuovi nati. Si tratterà di una soluzione sperimentale che comporterà l’avviso (o meglio l’invito), da parte dell’Inps, della possibilità di presentare domanda per l’Assegno unico in conseguenza del nuovo nato. Riceveranno l’invito le famiglie che abbiano aderito ai servizi proattivi dell’Istituto di previdenza.
Nel momento in cui dovesse verificarsi una nuova nascita, l’Inps invierà un invito alla famiglia della spettanza dell’Assegno unico in ragione dell’evento, ovvero della nascita. Il servizio mira a fare in modo che chi abbia diritto a fruire di un servizio (e di un sostegno) non rischi di perdere tale opportunità perché all’insaputa di rientrare nei requisiti per richiederlo.
Aggiornamento Isee entro novembre 2023 per evitare il taglio all’assegno minimo
L’Istituto di previdenza avrà il pugno duro, invece, per quanto concerne i controlli sull’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) difforme rispetto ai parametri patrimoniali o reddituali. A partire dal prossimo novembre, le famiglie con Isee difformi o con omissioni inizieranno a percepire l’indennità all’importo minimo che, per il 2023, è fissato a circa 54 euro. Occorrerà, quindi, presentare una nuova Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) che possa integrare la documentazione precedente a supporto della veridicità o della rettifica delle informazioni in possesso dell’Inps.
Nel caso in cui le famiglie procedano in tempo entro il 31 dicembre 2023 con l’aggiornamento dei dati, l’Assegno unico per i figli tornerà all’importo spettante, eventualmente rettificato dall’aggiornamento dei nuovi dati, e saranno versati anche gli arretrati spettanti delle ultime mensilità percepite al minimo.
Diversamente, per rettifiche effettuate a partire dal 1° gennaio 2024, le famiglie perderanno la possibilità di ricevere gli arretrati e gli importi di novembre e dicembre 2023 che rimarranno pari a 54 euro.