Durante la sua visita in Slovenia, in occasione del forum di Bled, il presidente del Consiglio Ue Charles Michel è tornato sulla questione dell’allargamento dell’Unione Europea. L’ex primo ministro del Belgio ha anche tracciato una data entro cui “dovremo essere pronti ad allargarci”.

Per essere credibili credo che si debba parlare di tempi e compiti. E ho una proposta. Nel preparare la prossima agenda strategica dell’Ue, dobbiamo porci un obiettivo chiaro: credo che entro il 2030 dovremo essere pronti ad allargarci.

Il principale rappresentante delle relazioni esterne dell’Unione parla di “un obiettivo ambizioso, ma necessario” a dimostrare “che siamo seri“. A supporto della sua tesi, Michel ha iniziato a porsi delle domande.

Ci accontentiamo di un’Ue che si limita a gestire le crisi o vogliamo essere un attore globale che plasma il futuro? Siamo rassegnati a un mondo bipolare conflittuale o vogliamo contribuire a costruire un mondo multipolare ancorato alla cooperazione globale? Noi vogliamo essere più influenti per dare forma a un mondo migliore e vogliamo essere più forti per essere un alleato più forte. E per essere più forte e più sicura, l’Ue deve rafforzare i legami.

Per tutti questi motivi, ha spiegato, è giunto “il momento di affrontare la sfida dell’allargamento“.

Allargamento Ue, Michel: “È tempo di sbarazzarsi delle ambiguità”

Una “sfida”, quella dell’allargamento, che riguarda da vicino l’Ue, spiega Michel, sia per gli membri attuali sia per i cosiddetti “futuri Stati membri“.

Sì, credo che ora dovremmo chiamare così i Paesi che hanno confermato la prospettiva dell’Ue: futuri Stati membri. È tempo di sbarazzarsi delle ambiguità, è ora di affrontare le sfide con chiarezza e onestà.

Tra gli Stati candidati all’adesione spiccano Ucraina, Georgia e Moldavia, che hanno presentato la loro domanda di adesione all’Unione a seguito della crisi russo-ucraina. I colloqui più annosi sono quelli con Montenegro e Serbia, che procedono a rilento, ma soprattutto quelli con la Turchia, da molto tempo paralizzati.

La strada verso l’Ue per i Balcani occidentali è iniziata più di 20 anni fa, una regione nel cuore dell’Europa, circondata dall’Ue. Ma la lentezza di questo cammino ha deluso molti, sia nella regione che nell’Ue.

“Il Cremlino sta attaccando tutto ciò in cui crediamo”

Nel suo discorso, il presidente del Consiglio Europeo si dice “d’accordo con il Cancelliere Scholz quando dice che l’Europa deve mantenere le sue promesse”.

Mentre parliamo, il popolo ucraino sta eroicamente difendendo il proprio Paese. Il Cremlino non sta solo attaccando un vicino libero e sovrano. Il Cremlino sta attaccando tutto ciò in cui crediamo: libertà, democrazia, prosperità e cooperazione. Per questo motivo, nel giugno dello scorso anno, abbiamo conferito lo status di candidato all’Ucraina e alla Moldavia. E lo stesso status attende la Georgia quando avrà completato i passi necessari.

Ora, visti i molti passi avanti fatti negli ultimi anni, l’allargamento “non è più un sogno“.

È ora di andare avanti. C’è ancora molto lavoro da fare. Sarà difficile e talvolta doloroso. Per i futuri Stati membri e per l’Ue.