L’Ucraina dipende dalle forniture occidentali di armi, senza le quali farebbe poca strada in guerra: è l’opinione espressa da Dmitry Medvedev sul suo canale Telegram. Il vice capo del Consiglio di sicurezza nazionale, responsabile per le forniture militari, ha risposto così ad una voce del ministero della Difesa di Kiev, che assicurava come ai russi rimanessero soltanto 585 missili.
Secondo l’ex presidente di Mosca, i russi si riforniscono “da soli di tutti i tipi di armi”, e già oggi ne hanno “in quantità superiori all’attuale fabbisogno delle forze armate”. Per quanto riguarda le forniture occidentali, queste ultime secondo Medvedev si interromperanno presto.
Guerra, Medvedev su Ucraina e armi: “La propaganda nemica vive secondo le proprie leggi”
Secondo il politico russo, il “nemico” non fa altro che contare “costantemente e dolorosamente quanto e cosa ci resta“.
Carri armati, proiettili, missili e altro ancora. Ciò è comprensibile: la propaganda nemica vive secondo le proprie leggi. Ma non solo: un calcolo del genere rientra perfettamente nella logica dell’esistenza stessa dello Stato di Bandera. Dopotutto, è un Paese parassitario e riceve cibo ‘dal corpo’ dei suoi proprietari, vive a spese loro. Non ci saranno forniture di armi e tutto finirà rapidamente per il regime.
Intanto continua l’assalto di Kiev in Crimea, dove la difesa aerea russa ha abbattuto due droni ucraini nella mattinata di oggi, lunedì 28 agosto. Lo conferma il ministero della Difesa di Mosca.
Su Telegram le unità della Sof, sezione speciale delle Forze ucraine, hanno annunciato di aver colpito con droni le postazioni della Guardia costiera russa della Flotta del Mar Nero a Perevalne, in Crimea. Secondo Ukrinform ci sarebbero morti, feriti e danneggiamenti.
È stato difficile portare a termine l’operazione a causa di alcune caratteristiche del terreno. Ma i droni sono riusciti a coprire il percorso e a raggiungere gli obiettivi.
Quello della Crimea è un tema caldo anche per Volodymyr Zelensky, che ipotizza come l’Ucraina possa presto ottenere una smilitarizzazione della penisola attraverso pressioni politiche. Lo ha ribadito lo stesso presidente ucraino in un’intervista a Ukrinform.
Ci saranno meno vittime se ci troveremo ai confini amministrativi della Crimea. Credo che così sarà possibile spingere politicamente per la smilitarizzazione. Penso che sarebbe la cosa migliore.