Vannacci chi? Avrebbe chiesto qualcuno appena un mese fa se non si fosse scatenato un putiferio a seguito della sua auto-pubblicazione del libro “Il mondo al contrario”. Il Generale Vannacci, da due settimane, ha il monopolio del dibattito politico-culturale del nostro paese. L’uomo più popolare in questo momento ha scritto un libro, che a detta di alcuni, molti avrebbero voluto scrivere, ma nessuno aveva mai osato realizzare. Preciso subito di averlo letto. Ritengo sia semplicemente un’invettiva, argomentata, contro una serie di categorie di persone, che si definiscono ambientaliste,animaliste, omosessuali e c’é anche un capitolo ignorato da tutti sulle tasse, dove il Generale spiega che si pagano troppe tasse e i cittadini non hanno in cambio i servizi. Sto sintetizzando ovviamente.
Le minoranze nel libro di Vannacci
Le minoranze nel libro del Generale, sono descritte come dei cittadini che invece di stare zitti, in quanto minoranze, pretendono di manifestare e rivendicare diritti. Secondo le tesi del libro, questi eserciterebbero una egemonia nelle scelte della società. Ma quando mai nella storia, le minoranze, chiamate così per la loro debolezza nel rivendicare i diritti, sono riuscite a influenzare la società. Difficile capire quindi le preoccupazioni esposte dal Generale, che ha un buon successo editoriale, proprio perchè, purtroppo, le sue idee e in parte il suo modello di società è maggioranza nel nostro paese. Anche se non esite una statistica precisa su questo. Tutti pazzi per il suo libro e finalmente, migliaia di persone che fino ad oggi leggevano solo le istruzioni del cellulare, si dedicano alla lettura di un libro. Ben venga questo fenomeno letterario se aiuterà alla rinascita della lettura in Italia.
Un libro che rompe gli schemi?
Il Generale Vannacci e il suo libro vengono descritti come dei rivoluzionari che finalmente hanno rotto gli schemi, di un paese in preda alla censura. Ma mi faccia il piacere, direbbe Totò, il libro non è altro che una riedizione di concetti già più volte espresse da politici, telegiornali, opinionisti, dove gli ambientalisti sono “Gretini”, gli omosessuali facessero le loro cose a casa senza farsi vedere e pretendere di essere una famiglia, le tasse sono troppo alte e una serie di tesi che in questo momento fanno parte del pensiero dominante, altro che mondo al contrario. Non è d’accordo con questa tesi Gianluigi Paragone. Il leader di Italexit infatti, in diretta nella trasmissone di radio Cusano campus “Fino a qui tutto bene”, ritiene che il libro sia stato un “rutto liberatorio” in nome di chi non aveva avuto il coraggio di esprimere determinate opinioni. A me sembra che queste opinioni siano state ruttate liberamente sui social, in tv e nelle dichiarazioni di alcuni politici. Magari in una forma diversa, a volte anche più grezza rispetto al libro.
Un libro al centro del dibattito politico culturale
Il tema vero da affrontare è quello che si genera da questa domanda: un libro autoprodotto da un Generale che esprime semplicemnte le proprie opinioni, può divenire argomento centrale nel dibattito politico culturale? In altri tempi no. La politica povera di contenuti, povera di idee, senza ormai basi culturali di rilievo, si sofferma su questo testo e ne fa consciamente e inconsciamente un riferimento, un manifesto. Davvero la destra ha bisogno di questo? Speriamo di no altrimenti avremo veramente un mondo al contrario