Sarà un Consiglio dei Ministri in versione “light”, come fanno capire alcune fonti interne al Governo, ma sicuramente sarà la riunione che aprirà un’intenso mese di lavoro per la maggioranza: sul tavolo c’è il pesantissimo dossier della seconda manovra economica del Governo Meloni, caratterizzata da dati difficili da trattare e qualche divergenza all’intento dell’Esecutivo.

Si parte dall’elefante nella stanza: il caro-carburanti. Con allarmanti picchi di 2,8 euro al litro registrati sulla A-21 Torino-Piacenza, il Governo sarà chiamato a dare una risposta ai milioni di italiani vessati da questa spesa ormai da mesi in continua crescita. Il tema del caro-carburanti non potrà che intrecciarsi alla questione sul caro-accise, tema che nel corso degli ultimi tempo è valso all’Esecutivo diversi attacchi.

Secondo il sottosegretario leghista, Claudio Durigon, «una prima limatina» risulta possibile usando il maggior gettito dell’Iva, ma la proposta ha già raccolto qualche dissenso nel centrodestra. In particolare, è Maurizio Lupi ad aver espresso qualche perplessità sulla misura dal meeting di Rimini:

Sarebbe da irresponsabili. Costa 1 miliardo di euro ed è un taglio orizzontale che vale per chi ha l’auto di grossa cilindrata e per chi guadagna 1.200 euro e ha una macchina piccola. È meglio concentrare quel miliardo aiutando le persone che hanno bisogno. O capiamo questo o le bandierine non sventolano più.

Ha spiegato il leader di Noi Moderati intervistato da RaiNews24.

Altro scoglio che si prospetta difficile da superare riguarda le scelte per la manovra autunnale: dei 30 miliardi che servirebbero per poter gestire i conti con tranquillità, al momento il Governo ne ha disposizione solo 6 o 7.

E il Patto di Stabilità?

Nel frattempo, mentre il Governo lotta contro il tempo per mettere insieme una manovra complessa, all’orizzonte incombe l’ombra pressante del nuovo patto di stabilità. La pandemia aveva portato ad un comodo allenamento delle norme di bilancio europeo, norme che però ora, usciti dalla fase critica della diffusione di Covid-19, dovranno essere riformate. Se non si raggiungerà un patto con l’Ue, tra quattro mesi torneranno in vigore le vecchie regole, cosa che il Governo Meloni preferirebbe assolutamente evitare.

Per questo il Ministro dell’Economia Giorgetti ha insistito sulla necessità di una manovra di bilancio che incontri il favore della Commissione, in modo da non inimicarsi l’Unione proprio ad un passo dal nuovo patto di stabilità. Sempre in quest’ottica è da considerare anche l’incontro che Meloni ha fissato con il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis per martedì: la premier è partita a caccia di alleati per questa difficile missione tutte europea.

La proposta dell’Europa per il patto di stabilità

L’Unione Europea ha già presentato le sue proposte per il nuovo patto si stabilità post-pandemico. Il piano, che risale all’aprile scorso, vuole che: i Paesi con deficit superiore al 3% e debito sopra il 6% dovranno presentare piani personalizzati di rientro; investimenti strategici negli ambiti del green, digitale e difesa apriranno alla possibilità di estendere l’accordo a 7 anni; in caso di deviazione dal piano scatterà una procedura d’infrazione per deficit eccessivo; le multe semestrali previste ammontano al valore dello 0,05% del Pil, cumulabili fino allo 0,5%.