Dove si trova in Italia il calabrone asiatico? Nel nostro Paese è scattato l’allarme vespe killer o vespa velutina, anche detta calabrone gigante asiatico che rappresenta un grave problema per l’ambiente e per l’uomo dato che fa strage di api da miele di cui si nutre.
Questo tipo di insetto è molto diffuso soprattutto in alcune regioni del Centro e del Nord Italia, in particolare è possibile trovarlo in Toscana, Veneto, Emilia, Liguria e Piemonte.
I calabroni asiatici possono inoltre, rappresentare anche una minaccia per le persone provocandone, in alcuni casi perfino la morte.
Calabrone asiatico dove si trova in Italia: come riconoscerlo
Questa specie di insetto ha un torace di colore marrone molto scuro, quasi nero. Le prima tre strisce addominali, chiamate tergiti, hanno un colore bruno scuro con il margine posteriore di colore giallo o, in alcuni casi, giallo-rossastro. La quarta striscia invece è quasi totalmente di colore giallo-rossastro, con l’estremità dell’addome bruno-rossastra.
Questo tipo di calabrone gigante viene anche chiamato “Calabrone a zampe gialle” proprio a causa del colore dell’estremità delle sue zampe.
Per quanto riguarda la testa, la parte frontale è di un colore tendente al giallo-arancione mentre la parte superiore è nera. Un esemplare di Calabrone gigante può essere lungo dai 2 ai 3 cm mentre l’apertura alare è tra i 37-50 mm.
Giancarla Galli, presidente FAI Abruzzo, la Federazione Apicoltori Italiani ha dichiarato:
“Il nostro calabrone rispetto a quello asiatico, ha dimensioni maggiori (fino a 4 cm), ha le zampe scure e l’addome è diffusamente giallo con bande nere. A livello comportamentale invece mentre il calabrone nostrano mangia in genere insetti e sporadicamente api, quello asiatico si nutre in prevalenza di api da miele”.
Diversi sono anche i nidi dei calabroni asiatici rispetto a quelli della specie più comune. I nidi infatti possono essere piccoli per dimensioni e costruiti ad altezza media oppure molto grandi ma costruiti in cima agli alberi o in posti che restano prevalentemente nascosti.
Cosa fare in caso di puntura
In caso si venga punti da questo imenottero bisognerà essere pronti a sentire molto dolore nella zona interessata anche per alcuni giorni. Il veleno del calabrone gigante asiatico è infatti molto tossico.
Tramite un esperimento, nel 1986 si è determinata la tossicità di questo veleno e si è visto che questi insetti hanno una minore quantità di veleno in corpo rispetto ad altri insetti ma ciò significa che la sostanza è in realtà molto più letale.
Anche se le api hanno un veleno più tossico queste possono pungere solo una volta a differenza dei calabroni giganti che possono farlo ripetutamente. Questo insetto poi è in grado di rilasciare circa 10 volte più veleno rispetto ad altri insetti.
Il dolore che si prova dopo essere stati punti da un calabrone asiatico è legato all’azione dell’acetilcolina e dell’istamina presenti nel veleno che dilatano i vasi sanguigni e causano fastidio e gonfiore.
Molte delle sostanze chimiche presenti nel veleno di questi imenotteri sono tossiche soprattutto per i nostri reni. Infatti, in alcuni casi le punture di calabroni giganti possono portare all’insufficienza renale e possono addirittura bloccare gli impulsi nervosi.
Attenzione a non schiacciare il calabrone asiatico
Nel caso in cui si venga attaccati da questo insetto è importante non schiacciarlo poiché è molto rischioso.
Infatti non solo si corre il rischio di essere punti ma cercando di schiacciarlo, molto probabilmente si scatenerà un effetto a catena dal quale non è facile liberarsi. Il calabrone asiatico, come tutte le specie di vespe d’altronde, quando è in pericolo di vita o nota una grossa minaccia rilascia una sostanza in grado di attirare tutti gli altri esemplari, soprattutto se si trova vicino al nido.
Questo significa che se schiacciamo un calabrone potrebbero arrivare molti altri esemplari ad attaccarci. Quindi se non si è sicuri di essere abbastanza lontani dal nido sarebbe meglio ignorarli e mettersi in sicurezza.