Nuovo campionato, vecchie polemiche. Neanche il tempo di cominciare che la dirigenza arbitrale e l’utilizzo del VAR sono già al centro delle controversie post partita. L’episodio della discordia è un calcio di rigore non concesso al Bologna nella sfida dell’Allianz Stadium contro la Juventus. Un penalty, piuttosto solare, che avrebbe potuto cambiare definitivamente le sorti del match, considerando che i rossoblù erano in vantaggio e si sarebbero potuti portare sul 2 a 0. A far discutere è un contatto tra Ndoye e Iling-Junior a due passi dalla porta bianconera al 71esimo minuto. Per Di Bello non c’è niente, il VAR non interviene e conferma la scelta del direttore di gara. Pochi istanti dopo, all’80’, Vlahovic trova il gol del pari imbeccato proprio dal compagno di reparto, che per il fallo aveva rischiato il cartellino rosso. La dirigenza del Bologna è furiosa, il primo caso da moviola è già esploso.

Juventus-Bologna: il rigore non concesso

Seconda giornata di campionato ed è già polemica da VAR. Il match dell’Allianz Stadium tra Juventus e Bologna finisce 1 a 1 grazie ai gol segnati da Ferguson al 24’ e da Vlahovic all’80’, ma a far parlare e soprattutto discutere non è il gioco delle due squadre ma una scelta presa da Di Bello. I ragazzi di Thiago Motta interpretano bene il match e si portano in vantaggio nel corso del primo tempo. I bianconeri trovano il gol del pari al 53’ ma il VAR annulla per posizione irregolare di Rabiot. Gli emiliani sembrano avere in mano le redini della partita e l’occasione per chiuderla arriva al 71esimo minuto.

Il Bologna attacca con un rapido contropiede, Zirkzee parte in posizione regolare e calcia in diagonale verso la porta bianconera. Perin respinge, il pallone resta nell’area piccola e Ndoye cerca di anticipare tutti per ribattere a rete. È lì che avviene il contatto: a due passi dalla porta, Iling-Junior interviene in maniera disperata per salvare il risultato e colpisce l’avversario buttandolo a terra. Il contatto è solare, un rigore facile da vedere e da fischiare anche in diretta, senza bisogno del richiamo del VAR. Eppure per Di Bello non c’è niente, fa segno al calciatore rossoblù di rialzarsi ed è certo di aver visto bene. Fourneau, al VAR, non lo corregge ed esplode la polemica degli emiliani. Ora il designatore arbitrale, Rocchi, dovrà fermarli.

L’ira di Fenucci

Al termine del match, l’amministratore delegato del Bologna, Claudio Fenucci, è un fiume in piena.

“Faccio questo lavoro da venticinque anni e non mi avete visto spesso dopo la partita a parlare di arbitri. Ma questo è un errore arbitrale clamoroso – tuona senza giri di parole a Dazn – che ci ha tolto una vittoria che a quel punto sarebbe stata certa visto che c’erano rigore ed espulsione. Sono qui per difendere il lavoro dei giocatori e dell’allenatore e per rispetto della tifoseria. I rapporti tra il Var e il campo vanno migliorati, questi episodi sono allucinanti. È impensabile che un calciatore falciato davanti al portiere non determini il calcio di rigore e l’espulsione”.

L’Ad dei felsinei poi ha continuato: L’amarezza è tanta, perché si sta lavorando da anni sulla tecnologia. Sono stato uno di quelli che ha chiesto l’anticipazione dell’ingresso del VAR, e non riusciamo a capire come su episodi come questi non si possa intervenire. È veramente una follia“.

La reazione di Thiago Motta

Diversa ma altrettanto eloquente la protesta di Thiago Motta. Il tecnico del Bologna, in campo, era una furia ed è stato ammonito. Per proteste un suo collaboratore ha ricevuto invece il cartellino rosso. Al termine della partita però, l’ex calciatore ha preferito rimanere in silenzio facendo scena muta di fronte alle immagini del fallo di Iling-Junior su Ndoye.

La spiegazione di Perin

In casa Juventus invece sull’episodio prevale il silenzio. Al termine del match in conferenza stampa si è presentato il vice allenatore, Landucci a causa di un piccolo malore di mister Allegri.

“Io faccio come Thiago Motta, non commento, c’è un arbitro che decide, non commento né a favore, né a sfavore. L’arbitro ha deciso così, come facciamo sempre noi, accettiamo le decisioni dell’arbitro e andiamo avanti” ha detto il mister in seconda senza sbilanciarsi.

A dare una spiegazione, però, ci ha pensato Perin.

“Avevo appena fatto una parata e non ha seguito cosa è successo. L’arbitro ha deciso così e rispettiamo quello che dicono gli arbitri, sia quando pensiamo che abbiano sbagliato con noi, sia il contrario. Quel tiro mi ha messo in difficoltà, ma mi è sembrato uno spalla a spalla, poi per quello che ha deciso l’arbitro ci sarà una motivazione. Dal campo ho sentito che Di Bello diceva che era uno spalla a spalla. Cerchiamo di non guardare il passato ma il presente” ha detto il portiere bianconero.