Superbonus, è fissata al 30 novembre 2023 la cessione speciale del credito d’imposta nel caso in cui i committenti non siano riusciti a vendere il bonus entro la fine di marzo scorso. In questa situazione, che è sostanzialmente di blocco, si trovano i proprietari dei lavori che non siano riusciti a trovare un istituto bancario, un intermediario finanziario o una società assicurativa che abbia comprato il proprio credito maturato sui lavori edilizi.
Adesso, i committenti devono trovare una soluzione nei prossimi tre mesi per non perdere la cessione del credito, utilizzando anche il meccanismo chiamato remissione in bonis. Tuttavia, vanno distinte alcune situazioni, soprattutto per quei proprietari che, entro la fine di marzo, non siano riusciti a trovare nemmeno un accordo di cessione con un istituto bancario.
Superbonus, cessione speciale del credito entro il 30 novembre 2023: che cos’è
Ancora tre mesi di tempo per la cessione del credito d’imposta del superbonus, se questa operazione non è stata fatta e comunicata all’Agenzia delle entrate in passato. I contribuenti, rispetto alla scadenza del 31 marzo 2023, hanno avuto otto mesi di tempo in più per trovare una banca o un intermediario finanziario che acquistasse il proprio credito.
La scadenza del 30 novembre 2023 è quella della remissione in bonis: si potrà comunicare una nuova cessione pagando una sanzione di 250 euro per il ritardo rispetto alla fine di marzo scorso. Tuttavia, in questo meccanismo è necessario distinguere se il committente aveva già un accordo prima della scadenza di marzo, oppure no. In quest’ultimo caso, si ricade nel caso della cessione speciale del credito.
Superbonus, cessione speciale del credito: come farla
Per i committenti che siano riusciti a trovare e a sottoscrivere un accordo formale con una banca o con un privato, anche un parente, entro la fine di marzo scorso, non effettuando tuttavia la comunicazione di cessione o dello sconto in fattura entro il 31 marzo 2023, si può utilizzare la remissione in bonis entro fine novembre prossimo, pagando la sanzione di 250 euro. In pratica, dovrà essere formalizzato quell’accordo già siglato a inizio anno, che può risultare anche da una fattura anteriore alla scadenza di marzo.
Bonus edilizi, la remissione in bonis dei crediti bloccati
Nel caso in cui entro fine marzo scorso il committente non abbia trovato un accordo con un istituto bancario o assicurativo o un privato, si ricorre alla cessione speciale del superbonus. L’istituto di riferimento è sempre quello della remissione in bonis. La comunicazione di cessione dovrà avvenire entro il 30 novembre 2023 pagando la sanzione di 250 euro.
Tuttavia, in questo tipo di cessione, la vendita del bonus può avvenire solo a soggetti a regime controllato, ovvero istituti bancari, assicurativi o intermediari finanziari. Non è ammessa la cessione ai privati o ai parenti, e nemmeno alle partite Iva.
Crediti e sconto in fattura, come rientrare delle spese per lavori edilizi
La legge di conversione del decreto 11 del 2023 ha previsto l’istituto della cessione speciale del credito bloccando, di fatto, la circolazione dei bonus edilizi con sconti e cessioni per lavori successivi al 15 febbraio scorso. Si tratta, dunque, di un regime speciale nel quale chi ha effettuato spese soprattutto nel 2022, ha un’ulteriore chance di poter cedere i propri bonus e rientrare velocemente delle spese effettuate.
Nel caso in cui non si riuscisse a trovare un acquirente del bonus, allora si dovrebbe ricorrere alla detrazione fiscale dell’importo a credito nella dichiarazione dei redditi del 2024. Solo per le spese relative all’anno 2022, la detrazione può essere fatta per dieci anni a partire dalla prossima dichiarazione dei redditi. La legge di conversione del decreto 11 del 2023 osserva un anno (il 2023) di stop alla detrazione decennale, mentre quella ordinaria (di quattro anni) poteva essere fatta valere nella dichiarazione 2023.