Assegno unico per i figli, da novembre 2023 l’importo scenderà al minimo nel caso in cui risulti un Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) difforme. Ecco dunque cosa fare per correggere gli errori in tempo ed evitare che si percepisca al mese un’indennità di appena 54 euro o, peggio, che si debba restituire delle somme per importi arrivati in eccesso rispetto a quanto di diritto.
Peraltro, con la regolarizzazione dell’errore dell’Isee entro la fine dell’anno, si ha diritto al pagamento degli arretrati nel caso di importo nel frattempo dimezzato al minimo. Tali arretrati non spettano nel caso in cui si vada con la pratica oltre il 31 dicembre 2023. Si prevedono, dunque, due mesi intensi dal punto di vista delle pratiche per evitare il taglio dell’Assegno unico per i figli: a partire dalla rata di novembre, infatti, le famiglie con Isee difforme riceveranno l’importo minimo.
Assegno unico, da novembre 2023 importo al minimo per Isee difforme
A partire da novembre 2023 non ci sarà più clemenza dell’Inps sugli errori nell’Isee ai fini del pagamento dell’Assegno unico per i figli. Chi avrà un indicatore difforme scalerà all’importo minimo finché non aggiornerà il proprio Isee. Ma solo se ciò dovesse avvenire entro il 31 dicembre 2023 la famiglia fruitrice dell’indennità recupererebbe gli arretrati delle due mensilità. Diversamente, i soldi verrebbero persi e non sarebbero più recuperabili.
I possibili errori che possono presentarsi nel caso dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) sono, ad esempio, quelli relativi alle informazioni del patrimonio mobile o altri dati reddituali. Per la presentazione o l’aggiornamento dell’Isee, i contribuenti possono inoltrare la Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu), cioè la domanda di Isee. Se tale dichiarazione dovesse contenere difformità od omissioni, gli enti preposti all’erogazione dell’indennità possono richiedere della documentazione idonea a giustificare le informazioni contenute nel documento.
Assegno unico Isee difforme, quanto si perde di indennità?
Fino a questo momento, l’Inps si era limitata ad avvisare le famiglie beneficiarie dell’Assegno unico per i figli delle difformità e delle omissioni, invitandole regolarizzarle prima della fine dell’anno affinché non si concretizzasse il recupero delle somme versate rispetto all’importo minimo.
Tale somme eccedenti, quindi, si calcolano mediante la differenza tra quanto versato dall’Inps e l’importo minimo. Alla fine dell’estate, invece, le famiglie dovranno regolarizzare la propria situazione con la rettifica dell’Isee, se necessaria.
Dsu sbagliata, ecco come correggere gli errori
Per la correzione dell’Isee ai fini dell’Assegno unico per i figli, le famiglie dovranno inoltrare una nuova Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu). Tale dichiarazione non dovrà contenere gli errori e le omissioni presenti sul modello oggetto di richiamo da parte dell’Inps.
La stessa pratica si può fare tramite i Centri di assistenza fiscale (Caf), ai quali richiedere la rettifica della Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) inviata con errore materiale dal Caf stesso. Tale procedura ha un effetto retroattivo. Diversamente, i contribuenti possono rivolgersi all’Istituto di previdenza del proprio territorio e consegnare idonea documentazione a dimostrazione della veridicità e della completezza del proprio Isee. Nel dettaglio, questa procedura può essere adottata quando i dati difformi riguardino un solo componente della famiglia.