L’agrivoltaico è la tecnologia che permette di produrre energia elettrica, con pannelli fotovoltaici istallati su superfici coltivabili.
Fino a pochi anni fa, realizzare impianti fotovoltaici a terra utilizzando aree coltivabili, era considerata una soluzione poco conveniente e dannosa per l’agricoltura.
Le ampie strutture, adibite al sostegno dei pannelli fotovoltaici e la struttura dei moduli stessi, limitavano notevolmente la superficie utile per le coltivazioni. In alcuni casi, le ampie zone d’ombra e l’altezza d’istallazione ridotta rispetto al terreno, rendevano il suolo inutilizzabile per la coltivazione.
Con le nuove tecniche d’istallazione degli impianti fotovoltaici a terra, con altezza dal suolo superiore e una maggiore distanza tra le strutture che sostengono i moduli fotovoltaici, l’efficienza della tecnologia agrivoltaica è stata rivalutata negli ultimi anni.
Con il cambiamento climatico, che si manifesta con fenomeni atmosferici avversi e temperature sopra la media stagionale, l’agrivoltaico da ostacolo si è trasformato in un alleato per l’agricoltura.
Ondate di calore, siccità e violenti temporali ha prodotto, nel 2022 secondo le stime fornite da Coldiretti, una perdita pari al dieci percento della produzione agricola. Stimata pari a circa sei miliardi di euro, in perdite economiche.
Attraverso gli impianti fotovoltaici, con un dimensionamento ottimizzato sia per le prestazioni energetiche dell’impianto sia per le esigenze agricole, è possibile realizzare zone con un micro-clima adatto alla coltivazione di alcuni tipi di piante.
I moduli fotovoltaici, opportunamente istallati, permettono di creare un riparo artificiale per le forti piogge e zone parzialmente ombreggiate.
Il riparo dai raggi diretti del sole permette di ridurre la temperatura del suolo, diminuendo la quantità di acqua necessaria per l’irrigazione.
Agrivoltaico, il connubio perfetto tra energia e agricoltura:
Le aziende agricole sono molto esposte, sia alle perdite economiche provocate dagli effetti del cambiamento climatico sia all’aumento dei costi dell’energia.
Le nuove istallazioni agrivoltaiche, realizzate ottimizzando sia la resa energetica degli impianti fotovoltaici sia la produzione agricola dei terreni utilizzati, permettono alle aziende agricole, a fronte di un investimento iniziale, un notevole risparmio sulla componente energetica.
L’idea, dell’agrivoltaico di ultima generazione, è quella di creare le condizioni idonee per garantire sia la coltivazione del suolo sia la produzione energetica sufficiente per il fabbisogno dell’azienda.
Per far ciò si ricorre a opportune tecniche d’istallazione, tali da garantire ottimi livelli di rendimento dei moduli fotovoltaici e un basso impatto ambientale per l’agricoltura.
Un classico impianto fotovoltaico, realizzato a terra, è formato da una struttura di sostegno, opportunamente ancorata al suolo, e i moduli fotovoltaici istallati sopra i sostegni.
In base al numero di pannelli fotovoltaici istallati, possono essere realizzate un numero adeguato di file per le strutture di sostegno.
Spesso, nelle istallazioni realizzate fino a qualche anno fa, l’altezza da terra dei moduli fotovoltaici non era sufficiente per rendere utilizzabile, alle attività agricole, il terreno sottostante.
La distanza relativamente bassa, tra il terreno e la parte sottostante dei pannelli fotovoltaici, creava una zona a elevata temperatura tale da rendere il terreno troppo arido.
Con le nuove tecniche d’istallazione, oltre ad essere aumentata l’altezza da terra dei moduli fotovoltaici, è incrementata anche la distanza tra le file delle strutture di sostegno.
In questo modo si creano le condizioni ambientali per un microclima adatto alla coltivazione di piante basse, che non richiedono la luce solare diretta.
Risparmio idrico ed efficienza energetica:
Un impianto agrivoltaico, con le nuove tecniche d’istallazione, è una risorsa energetica molto versatile per le aziende agricole.
Con l’istallazione dei moduli fotovoltaici a terra, oltre alla produzione di energia elettrica green, si creano ampie zone di terreno meno esposte all’incidenza diretta della radiazione solare.
Queste zone parzialmente assolate possono essere dedicate alla coltivazione di specie vegetali, che non richiedono la luce solare diretta per molte ore, con un notevole risparmio idrico.
Nel terreno sottostante ai moduli fotovoltaici, essendo parzialmente ombreggiato, la temperatura è notevolmente più bassa rispetto a una zona esposta per molte più ore al giorno alla radiazione solare.
La temperatura più bassa del suolo, oltre a garantire la crescita delle specie vegetali più sensibili alle alte temperature, permette di limitare notevolmente l’evaporazione dell’acqua utilizzata per l’irrigazione.
Un impianto agrivoltaico, oltre a produrre energia elettrica green, permette di creare aree di terreno con un micro-clima, caratterizzato sia dalla temperatura del suolo notevolmente più bassa sia da una minore esigenza di risorse idriche per l’irrigazione.
Gianni Truini