Cosa fare quando ti punge una medusa? Spesso si parla di puntura anche se quella della medusa in realtà non lo è. Questo animale infatti non è dotato di un pungiglione ma ha delle piccolissime “ventose” posizionate lungo i tentacoli, dette ecnidocisti che contengono una sostanza formata da tre proteine in grado di scatenare la reazione urticante quando entrano in contatto con la pelle umana.
In caso in cui inavvertitamente si venga colpiti dai tentacoli di una medusa ecco qualche pratico suggerimento per neutralizzare gli effetti della reazione.
Per prima cosa è importantissimo sciacquare la zona interessata con acqua di mare in modo da diluire le tossine rilasciate dai tentacoli non ancora penetrate nella pelle.
Al contrario non bisogna sciacquare la parte con acqua dolce. Questo infatti non farebbe altro che favorire la rottura delle cnidocisti residue rimaste sulla pelle ed aumentare così la sensazione di dolore.
Come secondo passaggio è utile pulire la pelle da filamenti residui. Fino a quando i tentacoli e gli eventuali residui della medusa aderiranno alla pelle, continueranno a rilasciare del veleno. Eliminandoli si interromperà il rilascio delle tossine urticanti.
Per pulire accuratamente la pelle, sarà utile uno strumento molto simile ad una spatola in plastica. Con molta delicatezza e pazienza si dovrà poi raschiare tutto ciò che di residuo è rimasto sulla pelle.
Infine per lenire il prurito è importante applicare un prodotto a base di cloruro di alluminio se possibile con una concentrazione del 5% acquistabile in farmacia.
In genere questa sostanza porta a dolore, prurito e gonfiore nella parte interessata che può durare in media dai 20 ai 30 minuti, seguita poi da una fase di indolenzimento e di forte prurito.
In ogni caso comunque la puntura di medusa dipende dalla specie, dal tempo di permanenza in acqua e dall’area geografica in cui ci si trova. Esistono ad esempio, lungo le coste australiane e nei mari tropicali alcune specie di meduse così velenose da portare persino alla morte.
In caso di reazioni più gravi come una reazione cutanea diffusa, nausea, vomito, mal di testa, pallore o vertigini è importante chiamare subito i soccorsi o recarsi presso una struttura medica il prima possibile.
Cosa fare quando ti punge una medusa: evitare l’uso dell’ammoniaca
Uno degli errori più comuni che si commettono quando si viene punti da una medusa è quello di seguire l’antico rimedio della nonna, ovvero applicare ammoniaca, urina, limone, aceto o alcol sulla zona colpita. Infatti tutto questo porterà ad un sensibile peggioramento dell’irritazione acutizzandone gli effetti sulla pelle.
È importante anche evitare di strofinare o grattare la parte arrossata. Anche se si sente prurito è bene resistere perché potrebbe aumentare il rilascio delle tossine da parte delle cnidocisti residue rimaste attaccate alla superficie cutanea.
Per prevenire una possibile puntura di medusa è importante fare attenzione all’area di mare dove ci si vuole immergere e applicare alcune creme dette “anti-medusa”. Queste creme associate a unguenti solari, rendono la pelle scivolosa in modo da non fare aderire i tentacoli e bloccano così l’azione urticante. L’effetto, però, dipende anche dalla specie di medusa in questione e dal tempo di permanenza in acqua.
Quanto è il decorso
Dopo aver superato la fase del bruciore, il prurito e il fastidio nella zona interessata potrebbe però durare ancora per una settimana. In ogni caso, ogni traccia del contatto con l’animale dovrebbe scomparire dopo 15 giorni.
La puntura di medusa può però provocare cicatrici o macchie sulla pelle per questo è importante che nei tre giorni successivi al contatto non si esponga la zona di pelle colpita al sole.
Nel caso in cui non si voglia comunque rinunciare alla spiaggia è bene assicurarsi di coprire l’area sensibile oppure scegliere una crema con protezione 50.