La ministra della Famiglia Eugenia Roccella va all’attacco del porno diffuso su internet a seguito dei recenti casi di stupro a Palermo e Caivano, additando gli effetti nefasti che la “sessualità brutale” che propone possa avere sui più giovani.
Roccella contro il porno online dopo lo stupro di Palermo e quello di Caivano: “Necessario interrogarci sugli effetti di questi contenuti violenti”
La ministra per le pari opportunità e la famiglia Eugenia Roccella prende parola sui recenti, drammatici casi di violenza sulle donne che hanno funestato la cronaca degli ultimi giorni. E lo fa passando all’attacco di un elemento per lei da tenere sotto stretta osservazione quando si parla di fatti del genere: la pornografia online.
In un’intervista, la ministra ha parlato dei rischi connessi al porno diffuso in maniera dilagante sulla rete internet, sollevando il problema di quali possano essere i problemi di una simile rappresentazione della sessualità per le menti più giovani.
“C’è una pornografia che è molto cambiata ed è sempre più violenta e umiliante nei confronti delle donne. C’è un’esposizione precoce a questi contenuti che le nuove tecnologie facilitano: basti pensare che l’età media del primo accesso al porno è stimata in sette anni“.
Lo stupro di Palermo, con le disgustose chat degli aggressori e la successiva ‘caccia’ al video incriminato da parte degli utenti di Telegram e altri social, sono un campanello d’allarme che non può essere ignorato.
Come già segnalato a Tag24 dalla presidente della commissione femminicidio, Martina Semenzato, per la ministra Roccella è fondamentale non tanto “stabilire relazioni automatiche di causa-effetto”, quanto analizzare e discutere degli effetti che questi contenuti possono avere sui minori e che ruolo giocano nella diffusione di una mascolinità tossica e violenta.
“Attraverso il porno possono passare forme di sessualità brutali, e dobbiamo interrogarci sugli effetti che possono avere su un minore. Un problema che gli esperti di questioni come il cyberbullismo e revenge porn segnalano con sempre maggiore insistenza, e del quale in altri Paesi come la Francia, come l’America, si sta prendendo coscienza”.
“Limitazioni? Come in altri paesi, tipo la Francia”
Proprio alle esperienze di altri paesi guarda la ministra per ragionare su una possibile limitazione della circolazione, finora incontrollata, dei materiali pornografici online. Non prima, però, di un necessario confronto con chi affronta quotidianamente questo problema.
“Bisogna sentire cosa ne pensano le associazioni familiari, i gruppi di genitori, gli esperti, gli stessi ragazzi. E vediamo anche cosa accade negli altri Paesi: in Francia, per esempio, si sta proponendo una legge che va in questa direzione“.