Si torna a parlare dello stupro di Caivano, località in provincia di Napoli, presso il Parco Verde. Gli investigatori stanno procedendo senza sosta nel loro lavoro per cercare di capire bene la dinamica di quanto avvenuto e per individuare ed assicurare i responsabili alla giustizia. Diverse sono le novità sul caso emerse nelle ultime ore, da quando la notizia ha iniziato a fare il giro del web dei social e ha sconvolto l’Italia intera. Vediamole insieme.

Stupro Caivano: cosa sappiamo sul branco

In primo luogo sembra che, secondo le più recenti informazioni sul caso, gli autori di questo stupro di Caivano potrebbero essere ben più di sei. C’è addirittura che parla di 15 ragazzini responsabili. Inoltre, stando alle indagini dei carabinieri coordinate dalla procura minorile, non si esclude la possibilità che il branco abbia abusato più volte e in più occasioni delle vittime, due giovanissime cugine.

I cellulari sono stati sequestrati dalle forze dell’ordine e al momento sono in corso le indagini sui tabulati telefonici. Gli inquirenti cercano, in particolar modo, anche l’esistenza di possibili video della violenza o delle violenze. Queste, appunto, potrebbero essere state ripetute nel corso di svariati mesi.

E mentre gli inquirenti seguono l’ipotesi che quello di luglio possa non essere stato un caso isolato, le due cugine sono state portate in una comunità. Stando ai loro racconti, essi sarebbero state picchiate e minacciate dagli stessi ragazzi che abusavano di loro. Tra questi sembrano esserci anche due figli di camorristi della zona.

Le indagini fanno pensare che lo stupro di inizio luglio non sarebbe stato l’unico. Gli abusi e le violenze si sarebbero ripetuti sei o sette volte. Sempre ai loro danni, sempre con le stesse modalità e forse anche sempre nello stesso luogo, il Parco Verde di Caivano (Napoli).

La vicenda

I responsabili avrebbero scelto il Parco Verde della città poiché si tratta di un luogo abbandonato e appartato. Un luogo che, fino a qualche tempo fa, ospitava un centro sportivo. Qui il branco – che sembra essere composto da ragazzi minorenni ed un maggiore di 18 anni – avrebbe abusato di due cuginette di appena 13 anni. A proposito dell’età delle giovanissime, c’è chi afferma che le due non avrebbero 13 anni, ma 10 e 12.

A denunciare l’accaduto non erano state le giovanissime, ma tutto era partito da un ragazzo vicino ad una delle due giovani vittime. Egli avrebbe appreso la notizia e avrebbe riferito tutto ai genitori. Le cugine infatti non avevano trovato, da sole, il coraggio di denunciare la violenza.

Le due ragazze sono state poi visitate da medici ed esperti presso strutture ospedaliere della città. I sanitari hanno confermato gli avvenuti episodi di abusi sessuali. Il primo sarebbe avvenuto almeno due mesi fa, quando un ragazzo l’avrebbe convinta a seguirlo in un’area abbandonata del parco e l’avrebbe obbligata ad abbassarsi i pantaloni ad avere un rapporto con lui.

Gli abusi, come anticipavamo prima, potrebbero poi essersi ripetuti più volte nel tempo. Potrebbe dunque trattarsi di una serie di violenze avvenute nel corso di questi ultimi mesi sempre ai danni delle ragazzine.

La nota dei servizi sociali

Come si legge nella relazione dei servizi sociali, una delle due minorenni,

Era ed è esposta, nell’ambiente familiare, a grave pregiudizio e pericolo per l’incolumità psicofisica.

Per questo motivo dunque è stata decisa la misura di allontanamento da casa. Al momento, lei e l’altra ragazza, si troverebbero in una casa famiglia. Ma non è finita qui. Il pubblico ministero sapere che gli assistenti sociali

sono intervenuti in una situazione di chiara emergenza allo scopo di mettere in sicurezza la minore delle condotte dei genitori. Invero emerge dagli atti che la minore è stata vittima di gravi abusi sessuali da parte di un gruppo di coetanei e che lo stile di vita della minore, che ha ‘favorito’ la perpetrazione del reato ai suoi danni, è senz’altro frutto della grave incuria dei genitori che con ogni evidenza hanno omesso di esercitare sulla figlia il necessario controllo, così esponendola a pericolo per la propria incolumità.