Case green e condizioni, ad oggi la direttiva europea per rendere più “verdi” gli immobili dei Paesi membri sta andando a rilento. Alcune delle riforme dovevano essere completate durante l’estate, ma la situazione è ben differente dall’essere fluida. In primis, per le spaccature che la direttiva Case green e i regolamenti Ecolabelling e Ecodesign stanno creando all’interno delle istituzioni europee.

Da questo punto di vista, le trattative al cosiddetto “trilogo” (Parlamento, Paesi e Commissione europea) non stanno portando ai risultati pronosticati nella scorsa primavera. C’è, anzi, la possibilità che alcune riforme, più passa il tempo, possano non essere approvate o che cambino di molto rispetto al progetto originale.

Case green e condizionatori, a che punto è la direttiva europea?

In questa fase di approvazione della direttiva Case green e dei regolamenti Ecodesign ed Ecolabelling le questioni relative alle eccezioni agli immobili da riqualificare e da efficientare dal punto di vista energetico, i condizionatori e le pompe di calore possano portare più a divisioni che all’approvazione veloce.

Sulle ristrutturazioni della direttiva Case green – che ha visto l’inizio della fase del trilogo a giugno scorso – gli incontri tecnici di questa estate non hanno toccato i punti critici. In ballo ci sono soprattutto le scadenze fissate per far raggiungere agli immobili le classi energetiche ritenute accettabili dal punto di vista dei consumi di CO2 e il sistema delle certificazioni.

Classi energetiche, chi dovrà fare prima i lavori di efficientamento?

Dovranno partire per primi i lavori sugli immobili in classe G, la classe messa peggio, ma anche con proprietari meno disposti a sostenere le spese degli interventi. I prossimi appuntamenti del trilogo sono fissati al 31 agosto e a inizio di ottobre (forse il giorno 6). Sicuramente se ne saprà di più.

Case green condizionatori, la questione dello stop alle caldaie a gas

Sui regolamenti si è assistito ad aspre spaccature nell’approvazione di misure per regolare il mercato e le installazioni di condizionatori e pompe di calore. La questione è l’abbandono di tutte le fonti fossili e, quindi, delle caldaie a gas, anche se ottenute, in parte, da rinnovabili. Questo regolamento prevede la messa fuori dal mercato di tutte le caldaie entro settembre del 2029.

La scadenza ha comportato spaccature tra Paesi membri (l’Italia, guidata soprattutto da associazioni del settore è apparsa tra i Paesi più avversi) e non è detto che si riesca ad approvare il regolamento dell’Ecodesign entro il 2024 come ci si attende. Si rischia, peraltro, di dover approvare il regolamento con una nuova Commissione.

Condizionatori alimentati a gas sintetici, potrebbe esserci una proroga a dopo il 2028?

Tra i punti di maggiore contrasto figurano i condizionatori. Germania, Austria, Francia e Olanda sono per l’utilizzo dei gas naturali. In tal senso, il regolamento prevede che dal 1° gennaio 2028 non possano più essere utilizzati i condizionatori alimentati ad f-gas. Questi gas, sintetici, assicurano il funzionamento anche di pompe di calore e di apparecchi industriali, oltre a quelli domestici.

Tuttavia, condizionatori che funzionino con un refrigerante naturale – che potrebbe essere il propano – ancora non esistono. E si dovrebbe implementare un mercato tutto nuovo con sistemi ancora da sperimentare e i dubbi del mercato. Anche sui condizionatori l’Italia (insieme a un’altra decina di Paesi) ha assunto una posizione ostile, con la richiesta di mantenere i refrigeranti sintetici. La soluzione potrebbe arrivare dal prorogare la scadenza degli attuali condizionatori.