Perché in Giappone e in Cina le persone fanno scorta di sale? Questa mattina, dopo lo sversamento di ieri Giovedì 24 Agosto delle acque radioattive nell’Oceano Pacifico, sono tantissime le persone che in preda al panico stanno facendo scorta di sale.
Questa controversa operazione, anche se sicura, secondo il governo nipponico ha spinto la Cina, fermamente contraria a tutto ciò ad imporre rapidamente un divieto su tutti i prodotti acquatici provenienti proprio dal Giappone per evitare rischi sulla salute. Così è cominciata in pochissime ore una vera e propria corsa all’acquisto di sale da cucina.
Alcuni video pubblicati sui vari social media, mostrano persone che acquistano grossi sacchi di sale e si avviano in tutta fretta all’uscita.
Gli scaffali del sale nei supermercati si sono velocemente svuotati e in pochissimo tempo sono andate esaurite le scorte anche sulle piattaforme di vendita online in alcune località, tra cui Pechino e Shanghai.
Giappone, perché le persone fanno scorta di sale: il comunicato del gruppo nazionale del sale
Il National Salt Industry Group, il più grande produttore di sale comune al mondo, ha sollecitato tutta la popolazione a non andare nel panico e a non prendere d’assalto negozi e supermercati dopo che il Giappone ha iniziato a scaricare nell’Oceano Pacifico l’acqua radioattiva trattata della centrale nucleare di Fukushima.
In un comunicato la società ha dichiarato di aver dovuto aumentare le forniture, proprio perché in alcune zone la gente si stava affrettando a fare scorte estremamente eccessive.
Dal National Salt Industry Group fanno sapere:
“Stiamo facendo gli straordinari per produrre, distribuire e fare tutti gli sforzi necessari per garantire l’approvvigionamento del mercato. La preghiamo di acquistare in modo razionale e di non farsi prendere dal panico”.
Il gruppo nazionale del sale ha inoltre affermato che il sale marino rappresenta solo il 10% del sale che la gente consuma, mentre il resto è costituito dal sale di pozzo e dal sale tardivo, che rispetto alla possibile contaminazione sono più sicuri.
La Cina ha poi fatto sapere che adotterà tutte le misure necessarie per proteggere l’ambiente marino, la sicurezza alimentare e la salute pubblica opponendosi all’azione del Giappone, affermando che il Governo giapponese non ha dimostrato che l’acqua scaricata in mare sia effettivamente sicura. Rassicurazioni che però non sono riuscite ad alleviare le preoccupazioni nelle nazioni vicine.
Il governo cinese ha annunciato il divieto di cibo importato da 10 prefetture giapponesi, tra cui anche Fukushima. Ha inoltre affermato che sta intensificando i suoi processi di ispezione e controllo per il cibo proveniente da altre zone.
Questa misura mira a “impedire che cibo giapponese contaminato da radioattività venga esportato in Cina”, fanno sapere le autorità doganali in una dichiarazione online.
Il Giappone dall’altra parte ha subito aspramente criticato la Cina per aver diffuso “affermazioni scientificamente infondate”. Lo stato giapponese sostiene infatti che il rilascio di acqua sia totalmente sicuro.
Razzia di sale anche a Seoul
La CNN ha fatto sapere che anche a Seoul, la capitale sudcoreana, gli scaffali dei supermercati sono stati presi d’assalto.
Nella corsia dove si trovava il sale si legge:
“Sale esaurito. C’è stato un ritardo nell’ottenere il sale a causa della situazione dei nostri partner. Ci scusiamo per il disagio”.
Gli acquirenti hanno persino iniziato ad accumulare altri alimenti provenienti dal mare, come alghe e acciughe per evitare che se ne acquistino di contaminati.
Così come la Cina anche la Corea del Sud ha vietato le importazioni di prodotti ittici giapponesi provenienti dall’area di Fukushima. Il divieto è in vigore già dal 2013 ma ora, alla luce delle nuove politiche del governo giapponese si prevede di continuare su questa scia.
L’ansia per questa situazione si nota anche al mercato del pesce di Seoul, dove funzionari hanno testato prodotti freschi nel tentativo di calmare gli acquirenti.