L’esercito dell’Ecuador è stato esplicitamente coinvolto nella protezione dei candidati alle elezioni presidenziali, come annunciato dall’attuale presidente in carica Guillermo Lasso. La scelta si è dimostrato quasi obbligata a seguito dell’attentato di Quito, quando il candido Fernando Villavicencio è stato ucciso da un colpo di pistola il 10 agosto scorso.

I due politici ancora in corsa, Luisa González di Revolución Ciudadana, vicina all’ex presidente di sinistra Rafael Correa, e Daniel Noboa di Acción Democrática Nacional, saranno dunque protetti dai militari del Paese, in vista del prossimo ballottaggio, previsto per il 15 ottobre.

Ecuador, l’esercito proteggerà i candidati; Il presidente Lasso: “La democrazia uscirà rafforzata da queste elezioni”

La scelta di dare all’esercito la responsabilità di proteggere i candidati in corsa per la presidenza è inevitabile, secondo Lasso, viste le indiscutibili condizioni di rischio a cui, a maggior ragione dopo l’omicidio di Villavicencio, sono esposti i politici. Queste le parole con cui l’attuale leader ecuadoriano ha presentato la sua decisione:

Ho ordinato alle Forze Armate di prendersi carico, immediatamente, della sicurezza dei candidati alla presidenza. La nostra democrazia uscirà rafforzata da questo processo elettorale e per questo è essenziale che i candidati abbiano una protezione sufficiente.

Il clima violento in cui si stanno giocando queste importanti elezioni è stato ribadito anche dalla testimonianza di Christian Zurita, il candidato subentrato a Villavicencio, il quale ha fatto sapere di aver ricevuto diverse e allarmanti minacce di morte. Zurita si è dunque visto costretto a lasciare il Paese in via preventiva, come ha spiegato egli stesso in un’intervista alla BBC Mundo:

A causa delle condizioni di sicurezza dovrò assentarmi per un po’ dall’Ecuador. Sono molto serie e gravi.

Il caso Villavicencio e il prossimo ballottaggio

Il dispiegamento delle forze militari è cominciato dopo la dichiarazione dello stato d’emergenza da parte del Presidente Lasso, il quale, a seguito degli avvenimenti del 10 agosto, aveva scelto di convocare d’urgenza una riunione politica per comprendere il da farsi per garantire il corretto proseguimento delle elezioni.

Villavicencio, 59enne candidato con il movimento Build Ecuador, era un giornalista e un attivista politico molto conosciuto in Ecuador. Socialista in gioventù, fu sempre attivo negli ambienti di sinistra, oltre ad essere uno dei pochi giornalisti investigativi ad aver accusato l’ex presidente Correa di corruzione. Per le sue indagini fu anche condannato a un anno e mezzo di carcere per calunnia e fu costretto a scappare negli Usa per un periodo.

La sua uccisione getta un’inevitabile ombra di allarmismo per gli altri candidati in corsa, per i quali il rush finale arriverà il 15 ottobre al ballottaggio. I due protagonisti dello spareggio, Luisa González e Daniel Noboa, hanno ottenuto rispettivamente il 33% e il 24% delle preferenze durante il primo turno: percentuali troppo basse per garantire una vittoria anzitempo e che dunque rimandano la decisione finale dei cittadini ecuadoriani al prossimo appuntamento elettorale ad ottobre.