Il colosso olandese della birra, Heineken, ha annunciato il suo definitivo ritiro dal mercato russo dopo due decenni di presenza e una perdita di 300 milioni di euro, e che questa decisione è stata scaturita dalle critiche susseguenti alla sua permanenza in Russia nonostante l’aggressione militare all’Ucraina: la società ha comunicato di aver completato la vendita delle sue attività al gruppo russo Arnest Group, noto per la produzione di profumi, cosmetici e articoli per la casa, al prezzo simbolico di 1 euro. La cessione include sette birrifici e coinvolge 1.800 dipendenti.

Heineken: “In Russia perdite da 300 milioni”, tutto venduto a 1 euro simbolico al gruppo Arnest

Secondo Dolf van den Brink, amministratore delegato di Heineken, “Anche se ci è voluto molto più tempo di quanto sperassimo, questa transazione garantisce il sostentamento dei nostri dipendenti e ci consente di uscire dal Paese in modo responsabile.” Van den Brink ha sottolineato che il profitto non era l’obiettivo primario: “Fin dall’inizio abbiamo detto che non miravamo al profitto.

L’accordo prevede che Arnest Group paghi un euro simbolico per l’acquisizione delle attività di Heineken in Russia, ma dovrà anche rimborsare 100 milioni di euro alla casa madre, dovuti dalla filiale russa di Heineken. Arnest si è impegnata a mantenere il personale dell’azienda acquisita per i prossimi tre anni, garantendo stabilità lavorativa ai 1.800 dipendenti coinvolti.

La mossa di Heineken rappresenta un ulteriore segno delle crescenti difficoltà per le aziende internazionali nell’operare in Russia. Le autorità russe hanno recentemente adottato misure volte a ostacolare l’uscita delle società straniere dal paese. In particolare, un decreto approvato in aprile consente al governo russo di assumere temporaneamente il controllo dei beni delle aziende provenienti da stati “ostili”.

La licenza per i marchi Heineken, Miller e Guinness non sarà concessa ad altri marchi internazionali, ad eccezione di alcune birre austriache e ceche. Heineken ha affermato che ciò è stato un requisito per ottenere l’approvazione dell’accordo. La licenza per l’utilizzo dei nomi dei brand sarà valida per i prossimi tre anni e consentirà solo l’uso di cirillico nei materiali di marketing.