Uno dei farmaci da banco (acquistabili senza ricetta) più utilizzati in assoluto è la Tachipirina, noto antipiretico e analgesico.
Molti potrebbero chiedersi cosa accade se si assume la Tachipirina senza avere la febbre. Tentiamo di fare luce su questo aspetto e di comprendere gli effetti e i possibili rischi associati a un uso improprio di questo farmaco.
Cos’è la Tachipirina?
La Tachipirina è il farmaco più famoso, venduto in Italia, contenente il principio attivo del paracetamolo. Questo è uno dei principi attivi più importanti contro il dolore e la febbre ed è contenuto in numerosi medicinali.
L’antidolorifico non oppioide è ben tollerato se usato correttamente. Anche durante la gravidanza e l’allattamento, alcuni medici, che conoscono la storia clinica della paziente, possono consigliarlo.
Con il dosaggio appropriato, il paracetamolo può in linea di principio essere somministrato a qualsiasi età.
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Come funziona la Tachipirina?
L’esatto meccanismo d’azione dell’analgesico e dell’antipiretico è ancora sconosciuto. Alcuni studi scientifici hanno dimostrato diversi effetti potenzianti sull’organismo, che spiegano gli effetti analgesici e antipiretici.
A differenza dei principi attivi acido acetilsalicilico e ibuprofene, utilizzati anche come antidolorifici e antipiretici, il paracetamolo non rientra tra i cosiddetti “analgesici acidi non oppioidi”.
Questi si accumulano preferenzialmente nel tessuto infiammato acutamente, nella mucosa del tratto gastrointestinale e nella corteccia renale e possiedono buone proprietà antinfiammatorie. Il paracetamolo, invece, non è un anti-infiammatorio, è un cosiddetto “analgesico non acido e non oppioide”.
Pertanto non si trova nelle regioni corporee sopra menzionate, bensì in concentrazioni relativamente elevate nel sistema nervoso centrale ( midollo spinale e cervello ). Lì il principio attivo inibisce una sottoforma specifica di un enzima (COX-3), responsabile della produzione di prostaglandine. Si tratta di ormoni tissutali che svolgono un ruolo nei processi infiammatori, nella febbre e nella mediazione del dolore.
Il suo effetto, dunque, è scarsamente anti-infiammatorio ma efficientemente anti-piretico.
Il paracetamolo influenza anche il sistema endocannabinoide, che media gli effetti calmanti e analgesici, e il sistema serotoninico.
La concentrazione massima nel sangue viene raggiunta dopo 30-60 minuti se il principio attivo viene assunto per via orale e dopo due-tre ore se utilizzato per via rettale (supposte).
Il tempo necessario affinché la metà del principio attivo venga metabolizzata ed escreta dal fegato è compreso tra una e quattro ore (emivita). Il farmaco inattivato viene escreto attraverso i reni.
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Cosa succede se si prende la Tachipirina senza avere la febbre?
Non ci sono effetti collaterali se si prende la Tachipirina senza avere la febbre, ovvero la si usa come analgesico.
Non si rischia nemmeno l’ipotermia. Il paracetamolo, infatti, impedisce l’innalzamento delle temperature, ma non le fa abbassare a tal punto da scatenare ipoteramia.
Se si assume Tachipirina senza febbre, per alleviare alcuni dolori (come il mal di testa o i dolori mestruali) il paracetamolo agirà su di essi e non avrà alcun effetto sulla temperatura corporea.
Il consiglio, ovviamente, è sempre quello di chiedere consiglio al proprio medico curante o al farmacista.
Quali sono gli effetti collaterali della Tachipirina?
Gli effetti collaterali del paracetamolo sono relativamente rari e dovuti principalmente a malattie di base già esistenti.
Paradossalmente, se assunto a basse dosi per un lungo periodo di tempo, il paracetamolo può causare mal di testa (“mal di testa analgesico”). In questo caso, deve essere interrotto.
È prevedibile un danno epatico con un sovradosaggio a lungo termine e con un singolo sovradosaggio di paracetamolo. Il fegato non può più svolgere il suo compito di organo di disintossicazione.
Si parla anche di avvelenamento da paracetamolo, che mostra i tipici segni di insufficienza epatica, con nausea, vomito, dolori addominali.
La dose massima giornaliera per gli adulti senza fattori di rischio è di 3-4 grammi di paracetamolo, a seconda del peso. I medici riducono la dose, soprattutto in caso di malattia epatica.
Si sono verificati casi fatali, per chi ha già problemi epatici, a partire da soli sette grammi.
I medici trattano l’avvelenamento da paracetamolo con il principio attivo N-acetilcisteina (antidoto al paracetamolo).
Quando non usare la Tachipirina
Il paracetamolo non deve essere utilizzato in caso di gravi danni al fegato e ai reni, una certa carenza enzimatica (deficit di glucosio-6-fosfato deidrogenasi) e un consumo eccessivo di alcol.
Lo stesso vale per l’ipersensibilità nota (allergia) al principio attivo.