Pensioni, Ape sociale e Rita, sono compatibili? Nelle ultime ore, si parla molto dell’assenza di interventi previdenziali per il 2024. Non si tratta solo di indiscrezioni o anticipazioni sul futuro della riforma delle pensioni, ma piuttosto della linea guida che il governo potrebbe attuare nei prossimi mesi. I due strumenti, Ape sociale e Rita, garantiscono una maggiore flessibilità nell’uscita dal mondo del lavoro, per cui si comprende benissimo l’interesse suscitato su entrambi. Vediamo insieme se l’Ape sociale e la Rita sono cumulabili.

Pensioni, Ape sociale e Rita sono compatibili?

Nella legge di stabilità 2017 sono state introdotte diverse misure per permettere ai lavoratori di accedere alla pensione anticipata rispetto all’età pensionabile prevista per legge.

Il governo italiano, per coprire i costi finanziari, ha istituito tre strumenti previdenziali: Ape sociale, Ape volontario e Rita. Queste misure nel corso degli anni hanno subito cambiamenti e differimenti fino ai giorni nostri.

Il 31 dicembre rappresenta la data di scadenza dell’Ape sociale. Tuttavia, già si parla di un rafforzamento della misura per il 2024. La RITA è correlata ai fondi pensione.

In pensione con Ape sociale

 L’Anticipo pensionistico Ape sociale permette di anticipare la pensione di vecchiaia o qualsiasi altro trattamento ordinario. Infatti, possono accedere a questo trattamento i lavoratori a cui mancano almeno 3 anni e 7 mesi dal perfezionamento dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

Il requisito anagrafico è stato fissato a 63 anni, mentre il numero di anni contributivi varia in base alla tipologia di anticipo per cui si richiede l’accesso. Pertanto, possono accedere a questo trattamento i lavoratori con 30, 32 e 36 anni di contributi.

Chi può andare in pensione con Ape sociale nel 2023?

 L‘indennità APE Sociale spetta ai lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti. Possono richiedere l’accesso a questo beneficio i lavoratori iscritti presso le forme sostitutive ed esclusive della stessa, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi e alla Gestione Separata.

  • disoccupati a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
  • coloro che assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104), ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente. In possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
  • coloro a cui è stata riconosciuto il requisito sanitario che porta a una riduzione della capacità lavorativa, ovvero un’invalidità civile, superiore o uguale al 74%. In possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
  • sono lavoratori impiegati in attività lavorative gravose, in possesso di almeno 36 anni di anzianità contributiva e che abbiano svolto da almeno sette anni negli ultimi dieci ovvero almeno sei anni negli ultimi sette una o più dei lavori indicati nell’allegato 3 della legge 234/2021.
  • Per gli operai edili e per i dipendenti delle imprese edili ed affini, per i ceramisti e per i conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta il requisito dell’anzianità contributiva per l’accesso all’APE Sociale è ridotto ad almeno 32 anni.

Quanti anni dura l’Ape sociale?

 L’Ape sociale viene erogata dall’INPS dal momento in cui il lavoratore si ritira dal lavoro fino a quando matura i requisiti per la pensione di vecchiaia. L’Anticipo pensionistico non rappresenta una pensione, bensì un’indennità mensile con un importo massimo di 1.500 euro lordi. Se al momento del passaggio dall’Ape sociale alla pensione di vecchiaia il pensionato ha diritto a un assegno superiore a 1500 euro lordi, può presentare una richiesta per ottenere la differenza tra l’importo maturato e non percepito.

RITA

 La RITA è una Rendita Integrativa Temporanea Anticipata. Si tratta della possibilità di ricevere, sotto forma di rendita, le somme accumulate nel proprio Fondo pensione. Pertanto, spesso l’accesso a questo beneficio viene richiesto molto prima del perfezionamento dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

Quando conviene chiedere la Rita?

 La RITA è uno strumento previdenziale richiedibile da coloro che hanno cessato l’attività lavorativa e sono prossimi al pensionamento. In sostanza, la RITA rappresenta un reddito ponte capace di anticipare la pensione per un intervallo di tempo da 5 a 10 anni, ovvero fino al raggiungimento dei requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia.

Chi può accedere a Rita?

Possono accedere al beneficio coloro che hanno aderito al fondo pensione. Tuttavia, anche in questo caso l’erogazione della rendita è subordinata dalla presenza di diverse condizioni, tra cui:

  • cessazione dell’attività lavorativa;
  • raggiungimento dei requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia;
  •  aver maturato almeno 20 anni di anzianità contributiva nei regimi obbligatoria;
  • per i disoccupati un’inoccupazione da almeno 24 mesi all’atto della domanda

Ape sociale e Rita si possono avere insieme?

 La RITA è uno strumento compatibile con altre prestazioni, come l’Ape sociale, l’Isopensione, la Naspi, la Quota 103, l’Opzione donna e molti altri trattamenti correlati all’attività lavorativa.

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