Parità di genere nel lavoro: con la direttiva UE n. 970 del 10 maggio 2023 del Parlamento europeo e del Consiglio, successivamente pubblicata all’interno della Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 17 maggio 2023, sono state introdotte delle nuove regole per quanto riguarda la trasparenza degli stipendi che vengono erogati all’interno delle buste paga degli uomini e delle donne.
Tale direttiva, nello specifico, è stata introdotta con il fine di rafforzare l’applicazione del principio della parità di retribuzione tra gli uomini e le donne in merito ad uno stesso lavoro oppure in merito ad un lavoro dello stesso valore.
Questo principio viene rispettato e deve portare dei miglioramenti prefissati entro il mese di giugno dell’anno 2026, mediante l’utilizzo della trasparenza retributiva e dei meccanismi di applicazione collegati ad essa.
Senza indugiare ulteriormente, quindi, andiamo subito a vedere insieme tutto ciò che riguarda la parità di genere nel lavoro ed, in particolare, quali sono le novità che sono state apportate per garantire il suo raggiungimento.
Parità di genere nel lavoro: ecco quali sono le novità che sono state introdotte dalla nuova direttiva dell’Unione Europea
La nuova direttiva dell’Unione Europea, rivolta ai datori di lavoro che operano nel settore pubblico e nel settore privato, introduce delle novità anche per quanto riguarda i lavoratori che hanno un contratto di lavoro o un rapporto di lavoro che viene regolato dai contratti collettivi e/o dalle prassi che sono in vigore all’interno di ogni Stato membro, ma anche coloro che sono candidati ad un impiego.
La direttiva UE, nello specifico, stabilisce delle indicazioni che sono utili per il rafforzamento dell’applicazione del principio della parità di retribuzione per uno stesso lavoro oppure per un lavoro dello stesso valore tra gli uomini e le donne.
A tal proposito, il Parlamento e il Consiglio europeo hanno l’obiettivo di garantire una trasparenza retributiva.
“I sistemi retributivi sono tali da consentire di valutare se i lavoratori si trovano in una situazione comparabile per quanto riguarda il valore del lavoro sulla base di criteri oggettivi e neutri sotto il profilo del genere concordati con i rappresentanti dei lavoratori, laddove tali rappresentanti esistano. Tali criteri non si fondano, direttamente o indirettamente, sul sesso dei lavoratori e includono le competenze, l’impegno, le responsabilità e le condizioni di lavoro, nonché, se del caso, qualsiasi altro fattore pertinente al lavoro o alla posizione specifici. Sono applicati in modo oggettivo e neutro dal punto di vista del genere, escludendo qualsiasi discriminazione diretta o indiretta fondata sul sesso. In particolare, le pertinenti competenze trasversali non devono essere sottovalutate.”
Per quanto riguarda la trasparenza retributiva nel momento prima dell’assunzione, la nuova direttiva UE sancisce il diritto dei candidati ad un impiego di ricevere le seguenti informazioni sul ruolo e, soprattutto, sulla retribuzione che gli spetterà:
- le informazioni sulla retribuzione iniziale o sulla relativa fascia da attribuire alla posizione che il candidato andrà a ricoprire;
- le informazioni relative al contratto collettivo che viene applicato da parte del datore i lavoro.
Nello specifico, il datore di lavoro dovrà fornire le informazioni relative alla propria organizzazione per quanto riguarda:
- il divario retributivo di genere;
- il divario retributivo di genere nelle componenti complementari variabili;
- il divario retributivo mediano di genere;
- il divario retributivo mediano di genere nelle componenti complementari variabili;
- la percentuale dei lavoratori di sesso maschile e dei lavoratori di sesso femminile che ricevono componenti complementari variabili;
- la percentuale dei lavoratori di sesso maschile e dei lavoratori di sesso femminile in ogni quartile retributivo;
- il divario retributivo di genere tra i lavoratori, dividendo le varie categorie in base a:
- il salario o lo stipendio normale di base;
- le componenti complementari o variabili.
LEGGI ANCHE Euro digitale in arrivo a ottobre 2023: ecco quali sono i vantaggi