Cessione dei crediti d’imposta del superbonus, ecco cosa cambia con l’acquisto dei bonus da parte delle regioni, dopo la legge adottata dalla Basilicata. Le società di diritto privato e quelle partecipate non ricadono più negli ambiti dei rigidi divieti fissati dal decreto legge 11 del 17 febbraio 2023 che ha bloccato la circolazione degli sconti in fattura e dei crediti d’imposta.
Il modello adottato dalla Regione Basilicata si può replicare in altre enti territoriali, e anche la Regione Puglia ha fatto passi in avanti nell’adozione di una legge che consenta alle partecipate di acquisire crediti. Il tutto anche grazie all’apertura del ministero dell’Economia e delle Finanze che, nel caso della legge 20 del 2023 adottata in Basilicata, non ha rilevato ipotesi di incostituzionalità con il decreto legge 11 del 2023.
Cessione crediti superbonus, ecco cosa cambia con l’acquisto dei bonus delle regioni
Cambia la storia della cessione dei crediti d’imposta del superbonus dopo l’apertura del ministero dell’Economia e delle Finanze e l’adozione della Regione Basilicata della legge 20 del 2023. In base a quanto prevede la norma, le società partecipate e di diritto privato (in Basilicata si è fatto il nome dell’Acquedotto Lucano, tra le altre, ma anche della Società Energetica Lucana e del Consorzio di Bonifica) possono procedere con l’acquisto di crediti d’imposta relativi al superbonus per poi effettuare la compensazione mediante F24 con imposte e contributi. Il Mef non ha rilevato obiezioni sulla legge e sulla cessione dei crediti alle società “non incluse nell’elenco delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato”, come riporta il primo firmatario Tommaso Coviello di Fratelli d’Italia.
La norma adottata una decina di giorni fa dalla regione lucana, potrà essere replicata anche in altre enti territoriali, come peraltro stava già succedendo all’inizio del 2023. A gennaio scorso, infatti, la Provincia di Treviso aveva acquisito pacchetti di crediti d’imposta di bonus edilizi da due istituti bancari per un totale di 14 milioni di euro. A seguire, la prima regione a muoversi era stata la Sardegna che aveva previsto l’acquisto dei bonus edilizi nella legge Finanziaria 2023.
Cessione crediti superbonus acquisto regioni: dopo la Basilicata si muove anche la Puglia
Altre regioni (Liguria e Piemonte su tutte) si sono mosse all’inizio dell’anno (anche la stessa Basilicata che aveva inviato, anche in quella occasione, una richiesta di parere al ministero dell’Economia e delle Finanza). L’adozione del decreto 11 del 2023 a metà febbraio ha bloccato, di fatto, le cessioni dei crediti e gli sconti in fattura per gli operatori del settore, i committenti, le imprese e gli istituti bancari, stabilendo anche il divieto di acquisto di crediti fiscali legati agli interventi di ristrutturazione e di efficientamento energetico alle società partecipate.
Nella Regione Puglia sono già pronte due proposte di legge, arrivate sia dalla maggioranza (con primo firmatario Antonio Tutolo) che dall’opposizione (Fabiano Amati). Entrambe le proposte arriveranno nell’Aula del Consiglio regionale. Anche in questa regione l’obiettivo è quello di coinvolgere, da acquirenti, le società partecipate e di diritto privato che possono acquistare i crediti per poi portarli in compensazione, per realizzare – quale vantaggio – uno sconto su imposte e contributi dettato dal minor prezzo di acquisto accordato a chi cede i crediti.
Vendita bonus alle società partecipate, soluzione parziale di sblocco bonus edilizi
Come a gennaio, anche adesso la situazione sembrerebbe volgere verso un coinvolgimento generale delle Regioni per l’adozione di misure simili. Anche l’associazione Esodati del superbonus ha richiesto al governo e a tutti i consigli e le giunte regionali di implementare il modello della Basilicata affinché diventi di spessore nazionale in tempi brevi. Con lo sblocco della cessione di questi crediti potrebbe alleggerirsi la pesante situazione in cui versa il mercato dei bonus edilizi che rischia di affondare committenti, contribuenti e imprese.