Sulla riforma delle pensioni che verrà discussa in sede di approvazione della legge di Bilancio 2024, spuntano le bandierine dei partiti della maggioranza, con la novità della mini quota 41 e la richiesta di portare le minime a 700 euro. Il tutto nel quadro attuale che vede il governo e il ministero dell’Economia e delle Finanze impegnati a recuperare – non senza fatica – le risorse da indirizzare nella Manovra 2024, setacciando anche gli spazi finanziari di misure che non abbiano comportato l’esborso di tutto ciò che era stato assegnato.
È quasi certo che quota 41 per tutti non dovrebbe rientrare nella prossima legge di Bilancio. Secondo le prime stime, la misura avrebbe dei costi troppo onerosi nella formula che consente ai lavoratori la pensione anticipata con 41 anni di contributi versati, evitando i paletti odierni. Tra questi ultimi, l’aver versato un anno di contributi entro il compimento dei 19 anni di età e rispettare i requisiti dell’Ape sociale.
La Lega di Matteo Salvini pensa dunque a un’alternativa della quota 41, che non sarà per tutti ma selettiva, flessibile nel senso di scelta come avviene per altre misure di uscita anticipata, come l’opzione donna.
Riforma pensioni, spunta la mini quota 41: che cos’è e a chi è rivolta
Nella riforma delle pensioni del 2024 irrompe la possibilità di una misura bandiera della Lega di Matteo Salvini, quella della quota 41, che non sarebbe per tutti ma “mini”. Sembrerebbe ormai chiuso il discorso della misura libera da tutti i paletti che attualmente ne restringono di molto la platea delle uscite e che fanno rimandare o decidere per un altro canale previdenziale chi si avvicina ai 40 anni di contributi.
Per la legge di Bilancio 2024 i partiti della maggioranza stanno mettendo le proprie bandierine, anche sulla base della campagna elettorale che hanno condotto fino a meno di un anno fa. E, per Matteo Salvini è tempo di convincere gli alleati alla mini quota 41, una formula di pensione anticipata con 41 anni di contributi e a qualsiasi età, purché si scelga il calcolo del futuro assegno con il sistema contributivo anziché che con il misto o retributivo. Questi ultimi due, rispetto al primo, sono i metodi più vantaggiosi per valorizzare i versamenti e garantiscono una pensione futura più conveniente del contributivo.
Riforma pensioni, ecco come calcolare la quota 41
Considerando una platea interamente composta da lavoratori proveniente dai sistemi previdenziali retributivi o misti, per agganciare la nuova quota 41 mini tutti sarebbero chiamati a fare la scelta. Come avviene per un’altra misura di uscita anticipata, ovvero l’opzione donna. Al momento del pensionamento anticipato con 35 anni di contributi, le lavoratrici devono accettare il ricalcolo dell’assegno mensile con il sistema contributivo.
Aumento pensioni minime 2024: chi vuole portarle a 700 euro al mese?
C’è da dire che l’ipotesi di una quota 41 mini, non convince troppo né il ministero dell’Economia e delle Finanze, né lo stesso governo, impegnato anche a risolvere le questioni di chi in pensione già ci è andato. Ad esempio, i pensionati con il trattamento minimo che, dal 1° gennaio 2023, hanno visto salire l’importo mensile a 600 euro (gli over 75 anni).
Tuttavia, la misura ha scadenza al 31 dicembre 2023 e deve essere confermata e finanziata. Questo passaggio è fondamentale per Forza Italia e per Antonio Tajani che considerano le pensioni minime prioritarie. Anzi, per il prossimo anno, il partito propone di recuperare risorse finanziarie da misure di spesa improduttive per aumentare ulteriormente le pensioni minime a 700 euro.
Dal canto suo, Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia sono più impegnati a trovare soluzioni al calo delle nascite e a studiare ipotesi di aumento dei redditi medi e bassi, anche con un sistema di bonus che possa favorire l’occupazione di giovani e di donne.
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