La Morte del capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha suscitato diverse reazioni a livello internazionale, tra commenti non troppo sorpresi di questi violento epilogo e dimostrazioni di rabbia contro il Presidente russo Vladimir Putin.
Nell’ultimo gruppo si colloca sicuramente Mike Pence, ex vice presidente degli Stati Uniti, che ha parlato della situazione a Mosca nell’ambito del primo dibattito dei candidati repubblicani per le presidenziali del 2024. Pence, stuzzicato dai giornalisti sulla questione del sostegno Usa all’Ucraina, ha risposto così:
Putin è un dittatore e un assassino e va sconfitto. Se dopo l’Ucraina la Russia attacca un partner della Nato le nostre truppe dovranno andare a combattere. Preferisco dare agli ucraini gli aiuti necessari per combattere la loro battaglia.
Da Nilkki Haley, candidata alla corsa alla Casa Bianca, arrivano simili parole di accuse, attraverso cui definisce Putin un «assassino»: «Oggi ha ucciso Prigozhin, quando ero all’Onu è morto l’ambasciatore russo», ha argomentato.
Morte Prigozhin, per il giornalista investigativo di Bellingcat era prevedibile
Altre reazioni dopo la morte di Prigozhin sottolineano invece quanto la vita del mercenario fosse già da tempo stata messa nel mirino della furia russa e che non ci sia molto da sorprendersi se, alla fine, il Cremlino lo ha tirato giù dalle spese. Secondo il giornalista investigativo Christo Grozev, una delle maggiori firme della piattaforma Bellingcat, Prigozhin aveva i giorni contati.
Grozev era stato intervistato dal Financial Times due settimane fa e allora aveva tracciato un quadro piuttosto lineare dell’immediato futuro del capo della Wagner: «morto entro 6 mesi», aveva predetto senza mezzi termini.
Putin è andato in TV e ha definito Prigozhin un traditore. Tutti sanno cosa fanno con i ‘traditori’ e Putin non lo ha fatto. Vuole vederlo morto. Non può ancora farlo. Nel giro di sei mesi Prigozhin sarà morto o ci sarà un secondo colpo di Stato.
Aveva spiegato: la correttezza delle sue previsioni è stata confermata dai fatti.
La guerra prosegue: Mosca abbatte tre droni ucraini
Nel frattempo, prosegue la guerra nei cieli sopra la Russia. Ancora tre droni di Kiev sono stati individuati e soppressi dalla Difesa di Mosca, come riporta una nota del Ministero. Due dei tre velivoli senza pilota sono stati fermati presso il territorio di Bryansk, mentre l’ultimo si è schiantato vicino a Kaluga.
Per il momento, il Ministero della Difesa russo non ha rilasciato ulteriori dichiarazioni a proposito di vittime o danni ad edifici. Solo nella giornata di ieri un drone ucraino ha causato tre morti nella regione di Belgorod, mentre un altro ha colpito un edificio su un quartiere d’affari di Mosca.