Diritti e Costituzione. Al volgere di un’estate contrassegnata da orribili episodi di cronaca, dai consueti femminicidi agli stupri di gruppo, e cadenzata da un dibattito politico ancora costretto a schermaglie su razzismo, antisemitismo e neofascismo, il presidente chiude le sue vacanze in montagna a Dobbiaco e riparte subito forte: venerdì 25 sarà accolto – sicuramente con affetto – dal popolo di Comunione e Liberazione. Un palcoscenico perfetto per riprendere il filo di una narrazione che sta caratterizzando il secondo settennato di Sergio Mattarella. La Costituzione instancabilmente spiegata in ogni suo intervento e, soprattutto, i suoi confini invalicabili in una società laica e repubblicana come quella italiana.

Sergio Mattarella riparte dalla Costituzione

Da qui ripartirà Sergio Mattarella: anche a Rimini la tela valoriale verrà dispiegata in quello che sarà il suo primo intervento pubblico dopo la sosta estiva. Nessuna intrusione nel dibattito politico ma le parole del presidente cercheranno di riavviare una riflessione sui valori profondi che la Costituzione ha scritto nella pietra. Non a caso, e qui il messaggio simbolico è molto chiaro, il presidente omaggerà la figura di don Minzoni: il sacerdote fu ucciso a bastonate da squadristi fascisti il 23 agosto 1923. Non a caso fu in seguito chiamato il Matteotti cattolico. E forse, casualmente, la sua figura viene ricordata anche da don Matteo Zuppi, segretario della Conferenza episcopale italiana, con parole che non lasciano spazio ad equivoci: “Don Minzoni è stato ucciso dalla violenza fascista e dalle complicità pavide di chi non la contrastò. Fascismo significa il disprezzo dell’altro e del diverso, l’intolleranza, il pregiudizio che annienta il nemico, il razzismo raffinato o rozzo che sia”.