Il Bonus ristrutturazione è una misura edilizia che dà accesso ad una detrazione fiscale pari al 50% della spesa sostenuta: come funziona e quali sono i lavori ammessi nel 2023? Il bonus è stato prorogato dalla Legge di Bilancio del 2022, per i lavori di ristrutturazione edilizia fino al 2024.

Ciò significa che le regole restano le stesse anche per il prossimo anno. Spieghiamo, nel testo, quali sono i lavori ammessi e come funziona l’agevolazione.

Come funziona il Bonus ristrutturazione 2023 e quali sono i lavori ammessi

La Legge di bilancio del 2022 ha previsto la proroga del Bonus ristrutturazione anche per quest’anno e per il 2024. Pertanto, fino alla fine dell’anno, i contribuenti interessati potranno portare in detrazione il 50% delle spese sostenute per i lavori edili di manutenzione straordinaria e ordinaria per i condomini e di riqualificazione edilizia.

Confermato anche il tetto massimo di spesa: 96.000 euro. Inizialmente, spettava una detrazione del 36%, con un tetto massimo di 48.000 euro di spesa.

Quali sono le regole per ottenere l’agevolazione? Nello specifico, la detrazione fiscale spetta per i seguenti lavori:

  • Lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria, di restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia, effettuati sulle parti comuni dei condomini;
  • Lavori di manutenzione straordinaria, di restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia effettuati sulle singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale.

Inoltre, il Bonus ristrutturazione spetta anche per i lavori in economia.

In linea generale, possono accedere al Bonus ristrutturazione 2023 i contribuenti che rispettano i requisiti previsti dalla misura. Sono ammessi i seguenti soggetti:

  • Proprietari o nudi proprietari;
  • Titolari di un diritto reale di godimento;
  • Locatari o comodatari;
  • Soci di cooperative divise e indivise;
  • Imprenditori individuali, per gli immobili che non rientrano fra i beni strumentali o i beni merce;
  • Chi produce redditi in forma associata.

Quando è possibile lo sconto in fattura e la cessione del credito

In merito alla fruizione dello sconto in fattura e della cessione del credito, dobbiamo subito ricordare che non tutti possono beneficiarne. In particolar modo, per i lavori iniziati dal 17 febbraio 2023 è stato stabilito il divieto di accedere allo sconto in fattura e alla cessione del credito. Sono escluse, solo alcune eccezioni.

Il Decreto Cessioni ha vietato l’utilizzo degli strumenti per la fruizione indiretta. Pertanto, possono beneficiare della cessione e dello sconto solo coloro che hanno presentato la Cila entro il 16 febbraio del 2023.

Invece, oltre alla detrazione fiscale, i contribuenti che hanno iniziato i lavori prima del 17 febbraio 2023 possono scegliere anche le altre due opzioni. In questo caso, rimane l’obbligo di esporre il visto di conformità e l’attestazione di congruità dei prezzi.

Quale documentazione conservare

L’agevolazione può essere fruita in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi. In caso di controlli da parte dell’Agenzia delle entrate, è opportuno conservare la seguente documentazione:

  • Le concessioni, le autorizzazioni o la comunicazione di inizio dei lavori;
  • La domanda di accatastamento per gli immobili non ancora censiti;
  • Le ricevute di pagamento dell’Imu;
  • La delibera assembleare in cui sono stati approvati i lavori e la tabella millesimale;
  • Le ricevute dei bonifici di pagamento;
  • Le fatture e le ricevute fiscali relative alle spese sostenute.

Se i lavori sono effettuati dal detentore dell’immobile, qualora sia diverso dai familiari conviventi, è necessaria anche la dichiarazione del consenso del possessore all’esecuzione dei lavori.

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